La Dda di Catanzaro con i pm Annamaria Frustaci e Andrea Buzzelli ha chiuso l’inchiesta per l’operazione antimafia denominata Habanero che nel giugno dello scorso anno ha colpito i clan delle Preserre vibonesi ed in particolare i Maiolo di Acquaro e gli Emanuele di Gerocarne, oltre a far luce pure sulla strage di Ariola del 2003.

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari della Dda interessa in totale 26 indagati: Luciano Barone, 51 anni, di Montesilvano (Pe), difeso dall’avvocato Domenico Intrieri Cataldo; Cosimo Bertucci, 51 anni, di Gerocarne, ma residente a Orbassano (avvocato Giuseppe Damini); Francesco Bertucci, 52 anni, di Gerocarne ma residente a Nichelino (avvocati Luigi Chiappero e Ermenegildo Scuteri); Cristian Capomolla, 37 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Francesco Capomolla, 42 anni, di Gerocarne (avvocato Betrice Biamonte); Giuseppe Chiera, 37 anni, di Soriano Calabro (avvocati Sandro D’Agostino e Nicola Loiero); Francesco Ciconte, 29 anni, di Sorianello, ma residente a Brandizzo (avvocato Vincenzo Cicino); Gaetano Emanuele, 50 anni, di Ariola di Gerocarne (avvocati Giuseppe Di Renzo e Alessandro Diddi); Domenico Fusca, 44 anni, di Dasa’ (avvocati Nicola Pistininzi e Francesco Schimio); Giorgio Galiano, 50 anni, di Vibo Valentia (avvocato Sergio Rotundo); Sandro Ganino, 41 anni, di Acquaro (avvocato Michelangelo Miceli); Cosmo Damiano Inzitari, 48 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Rinaldo Loielo, 30 anni, di Gerocarne, residente a Rondissone (avvocato Pamela Tassone); Angelo Maiolo, 41 anni, di Acquaro (avvocati Sergio Rotundo e Sandro D’Agostino); Francesco Maiolo, 46 anni, di Acquaro (avvocati Luca Cianferoni e Bruno Ganino); Francesco Maiolo, 42 anni, di Acquaro, residente a Brandizzo (avvocati Sandro D’Agostino e Luca Canzoniere); Luca Marano, 46 anni, di Pescara (avvocato Laura Castellano); Filippo Monardo, 29 anni, di Soriano Calabro (avvocati Pamela Tassone e Nicola Loiero); Nicola Papaleo, 66 anni, nativo di Rosarno (Rc), ma residente a Francavilla al Mare (avvocato Giuliana De Nicola); Rodolphe Pinto, 63 anni, di San Salvo, provincia di Chieti (avvocato Giuseppe La Rana); Vincenzo Pisano, 31 anni, di Gerocarne (avvocati Sandro D’Agostino e Ilario Tripodi); Francesco Sorleto, 46 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Pasquale Rottura, 31 anni, di Acquaro (avvocati Giuseppe Gervasi e Vincenzo Sorgiovanni); Francesca Silipo, 40 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Francesco Tarzia, 43 anni, di Acquaro (avvocato Beatrice Biamonte); Giuseppe Taverniti, 48 anni, di Gerocarne, residente a Brandizzo, provincia di Torino (avvocati Francesco Lojacono e Vincenzo Cicino).

Le contestazioni

Associazione mafiosa, triplice omicidio plurimo con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi e munizioni, spari in luogo pubblico, estorsione aggravata, coltivazione di sostanze stupefacenti, narcotraffico, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, sequestro di persona e rapina, i reati a vario titolo contestati. L’inchiesta mira a far luce sulle attività illecite concentrate soprattutto nel territorio delle Preserre vibonesi, e in particolare nei comuni di Acquaro, Gerocarne, Soriano Calabro e Dasà.

Tra le contestazioni, la ‘strage dell’Ariola’ avvenuta il 25 ottobre 2003 a Gerocarne, frazione di Ariola, nella quale vennero uccise tre persone – Francesco Gallace, Giovanni Gallace e Stefano Barilaro – e ferita una quarta. La strage sarebbe stata compiuta per volontà dei tre Maiolo e di Gaetano Emanuele. Un’azione di sangue nata – secondo l’accusa – per vendicare le scomparse (lupare bianche) negli anni ’90 di Rocco e Antonio Maiolo, genitori dei Maiolo ora arrestati, uccisi in uno scontro tra clan per il predominio mafioso della zona.
A sostegno dell’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (Francesco Loielo, Enzo Taverniti, Michele Ganino, Daniele Bono, Diego Zappia, Rocco Oppedisano, Antonio Forastefano e Raffaele Moscato) e l’attività di indagine basata anche su diverse intercettazioni. I fratelli Angelo e Francesco Maiolo, di 41 e 46 anni, dal mese scorso si trovano ristretti in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario) e rispondono pure di un sequestro di persona ai danni di un esponente del clan Pardea di Vibo Valentia, pestato per vendicare l’aggressione di un soggetto di Acquaro, cugino dei Maiolo.

Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere ai pm di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi legali.