Nessun colpevole per il decesso della bimba che perse la vita a soli quattro mesi nel 2014 per una invaginazione non daignosticata in tempo
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Non ci sono colpevoli per la morte della piccola Cloe Grano, la bimba deceduta a soli quattro mesi nell’ospedale Santobono di Napoli, in seguito ad una invaginazione non diagnosticata all’Annunziata di Cosenza. Nel pomeriggio di oggi, 9 novembre, è arrivata la sentenza del giudice per i tre imputati alla sbarra. Per i medici Gaetano Pugliese, difeso dall’avvocato Vincenzo Belvedere, e Maria Raffaella Aceti, difesa dall’avvocato Michele Piro, il pm aveva chiesto l’assoluzione, mentre per il radiologo Roberto De Rose, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, il rappresentante dell’accusa aveva invocato la condanna a un anno e quattro mesi. Il gup invece ha assolto tutti per non aver commesso il fatto.
Un calvario giudiziario durato quattro anni
Cloe ha perso la vita nel giorno di Pasquetta del 2014. Nei giorni precedenti i genitori l’avevano più volte accompagnata al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale di Cosenza per dei disturbi intestinali e mal di pancia accusati dalla piccola, ma erano stati sempre rimandati indietro. Secondo i sanitari si trattava di una banale influenza. Solo quando il quadro clinico della bimba è degenerato si è deciso per il trasferimento a Napoli dove l’invaginazione è stata subito diagnosticata e operata, quando ormai però era troppo tardi per evitare il decesso.
La denuncia dei genitori e il processo
Dino Grano e la moglie Edyta, genitori della piccola Cloe, si sono allora rivolti alla magistratura, ma le perizie non hanno dimostrato il nesso di casualità tra la condotta dei medici che hanno avuto in cura la piccola e la morte. Nella prima fase delle indagini erano state già archiviate le posizioni di altri tre medici: Rosanna Camodeca, Luigi Carpino e Sofia Cristiani. Adesso la sentenza di assoluzione lascia questa morte senza colpevoli.