Parla il promotore di un’associazione che raggruppa numerose attività sportive svolte nel Parco del Pollino: «Questa tragedia ci colpisce tutti, ma sul fiume lavorano professionisti esperti». L’ex direttore della Protezione civile calabrese: «Le tabelle del sistema di allertamento mettono in guardia da possibili eventi luttuosi»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«La morte di Denise è una tragedia che ci colpisce tutti. Ma sia chiaro: è stato un incidente». Va dritto al sodo Luca Oliva, operatore turistico e promotore dell’associazione Visit Papasidero, che raggruppa molte delle attività sportive che animano il Parco del Pollino.
Denise Galatà aveva 19 anni ed era in gita con i suoi compagni di classe. Sul Pollino c’erano andati per provare l’emozione adrenalinica di fare rafting sul fiume Lao, un’esperienza bellissima che però si è tramutata nel peggiore degli incubi. La sua esistenza è finita in quel fiume veloce che salta come un cavallo imbizzarrito da una ripida all’altra, sbalzata in acqua per cause su cui adesso indaga la Procura e trovata senza vita dopo 24 ore di ricerche angoscianti. Il rafting - cioè la discesa fluviale su un particolare gommone inaffondabile chiamato, appunto, raft - è il volano del Pollino. Qui viene gente dal tutto il mondo per provare il brivido della discesa sul fiume e scoprire la natura straordinaria di questo posto da una prospettiva inedita.
Trovata morta Denise Galatà, la 19enne caduta nel fiume Lao durante una gita scolastica
«Quanto successo ci ha sconvolto - continua Oliva, raggiunto telefonicamente - e ora il nostro pensiero è solo per Denise e per la sua famiglia perché è inimmaginabile il dolore che stanno provando. Ma se mi chiede di questa vicenda tristissima ho anche il dovere di sottolineare che sul fiume lavorano professionisti estremamente preparati che pongono la sicurezza prima di ogni altra cosa». Non una semplice difesa d’ufficio quella di Oliva, che è anche consigliere comunale di minoranza a Papasidero, ma l’analisi di chi vive quotidianamente in prima persona la realtà turistica del Pollino.
«È stato un incidente, e gli incidenti purtroppo capitano - continua -. Il fiume è un mondo nuovo per chi decide di fare rafting, un mondo senza cellullari, fatto di natura selvaggia, e ha anche le sue insidie. Ma fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce».
Vita spezzata | Rizziconi tra dolore e rabbia per la morte di Denise. Il parroco: «Ragazza altruista». I genitori dei superstiti: «Colpa delle guide»
Nella sua voce è palpabile la tensione provocata da un evento luttuoso che ora avrà inevitabilmente strascichi anche sul tessuto economico. È concreto, infatti, il timore che nel breve periodo le molteplici attività imprenditoriali della zona subiscano un contraccolpo. I genitori dei ragazzi superstiti hanno già puntato il dito contro le guide che hanno organizzato l’uscita in gommone.
«Non posso mettere la mano sul fuoco che non ci sia stata qualche leggerezza – afferma Oliva messo alle strette da una domanda diretta -, quello che so è che qui lavorano professionisti esperti e attenti. Li conosco tutti, so chi sono e come operano, sempre mettendo la sicurezza su tutto il resto».
Eppure, ieri sull'intera Calabria incombeva un’allerta meteo gialla. «Una situazione che non prevede lo stop delle attività - precisa Oliva -. Solo quando l’allerta è arancione o, peggio ancora, rossa, ci fermiamo».
Reazioni alla tragedia | Denise morta nel fiume Lao durante una gita: «La Calabria è in lutto, giorno molto triste»
Le cause dell’incidente saranno vagliate dalla Procura, che ha già aperto un’inchiesta. Il tempo incerto e le piogge che comunque avevano ingrossato il fiume Lao magari non c’entrano nulla con quanto accaduto. Ma è inconfutabile che le condizioni meteo non fossero ottimali.
È quanto sottolinea anche Carlo Tansi, geologo ed ex direttore della Protezione civile della Calabria. «L’allerta gialla viene troppo spesso sottovalutata perché manca una cultura radicata verso queste tematiche - avverte -. È vero che non è previsto uno stop obbligatorio delle attività all’aperto, ma si possono verificare comunque fenomeni meteo di violenta intensità, con possibili perdite di vite umane. Quindi, con queste condizioni meteo sarebbe una regola di buonsenso fermarsi». Uno scenario - quello del rischio per l’incolumità pubblica che è riportato in maniera esplicita nelle tabelle della Direttiva regionale sul sistema di allertamento.
«L’allerta gialla - conclude Tansi - mette in guardia anche sull’innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua. Personalmente, con un’allerta meteo gialla non andrei mai a fare rafting, né ci manderei dei ragazzi».