VIDEO | Sono passati tre anni dalla morte di Orlando Merenda, il giovane di Soverato residente a Torino morto suicida sotto un treno forse per omofobia. Lo sfogo della madre ai nostri microfoni
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«Ci sono tante domande ma nessuna risposta. Sono ancora in cerca della verità. Purtroppo la giustizia non ha i tempi che io vorrei quindi non mi arrendo e continuo la mia battaglia». Anna Screnci non si dà pace, è ancora alla ricerca della verità sulla tragica morte del figlio Orlando Merenda, suicida a 18 anni il 20 giugno 2021 nel Torinese.
Il ragazzo originario di Soverato, maggiorenne da circa un mese, forse bullizzato per il suo orientamento sessuale, o forse intrappolato in un giro di prostituzione, ipotesi queste avanzate dall'inchiesta della Procura di Torino, avrebbe compiuto un gesto estremo gettandosi sotto un treno: «In cuore mio non ci credo – dice scuotendo la testa – perché non aveva nessuna intenzione di arrivare a un gesto simile. Era pieno di vita, era sorridente, voleva soltanto scendere in Calabria e basta».
Orlando era un ragazzo solare e con tanti sogni in tasca ma già da tempo aveva lanciato qualche segnale del malessere che stava vivendo: «Ultimamente piangeva – racconta mamma Anna - piangeva in continuazione ma non faceva capire il perché e non si è fatto aiutare. Purtroppo dopo la separazione dal padre io ero qui in Calabria e quindi ci vedevamo soltanto nella stagione estiva. Lui aveva finito la scuola e da lì a poco sarebbe sceso qui a Soverato. Era pieno di vita, gioioso, lo amavano tutti, aveva tanti amici e aspettano anche loro risposte».
Risposte, questo chiede dunque mamma Anna con il cuore straziato e il dolore tatuato sulla pelle: «Voglio che si faccia luce sulla verità al più presto possibile».