Quando un figlio perde un genitore si dice che è un orfano, una moglie che perde il consorte è chiamata vedova, ma non è stata mai inventata nessuna parola per indicare un padre o una madre a cui è venuto a mancare un figlio. Proprio il carattere “innaturale” dell’evento ha impedito l’uso di un termine che possa interpretare il dolore immenso di un genitore per la perdita di un figlio, in particolar modo se la morte lo ha ghermito nel fiore degli anni. L’unico conforto al loro straziante dolore può essere rappresentato dalla vicinanza sincera di tanta gente, che può servire ad alleviare in qualche modo quella sensazione di sgomento e di annientamento.

I funerali a Vibo Marina

Una folla commossa ha voluto manifestare, ieri pomeriggio, il suo cordoglio e la propria vicinanza ai genitori di Denis Muzzì, morto a diciotto anni in seguito ad un tragico incidente stradale nel quale sono rimasti coinvolti altri due ragazzi, tuttora ricoverati in ospedale.

Gli amici di Denis hanno voluto ricordarlo con una gigantografia, posizionata prima in una zona centrale di Vibo Marina e poi sul sagrato della chiesa, che lo ritrae con il suo dolce e luminoso sorriso dipinto sul  giovane volto. Ai suoi amici è piaciuto ricordarlo con questa immagine, che certamente rimarrà a lungo nei loro cuori. Commovente è stata la partecipazione di tanti ragazzi che hanno voluto tributargli l’ultimo saluto facendo salire nel cielo terso della primavera una miriade di palloncini bianchi e azzurri, mentre l’uscita del feretro veniva accompagnata da un lungo applauso e da tante lacrime.

Il ricordo degli amici

«Avevamo ancora troppe cose da fare insieme – ha detto durante il rito funebre Rachele a nome di tutti gli amici – vogliamo ricordare il ragazzo solare e socievole che eri e tutti i momenti belli passati insieme a noi. Nessun sorriso sarà mai paragonabile al tuo, ma sappiamo che in ogni nostro sorriso tu ci sarai».