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Montalto Uffugo (Cosenza) - “Mi hanno inseguito e poi mi hanno sparato senza però colpirmi. Così ho sparato verso chi mi aveva aggredito” così Carmine Cristini, accusato di aver ucciso Stanislao Sicilia ha raccontato agli investigatori che lo hanno sentito per ore. Cristini è stato arrestato per l’omicidio di Stanislao Sicilia avvenuto a Montalto Uffugo la notte del 2 dicembre. Il Cristini ha raccontato agli inquirente che la sera dell’omicidio si trovava con la sua autovettura lungo la strada che porta al centro di Montalto Uffugo.
“A quel punto – dichiara Cristini – ho visto due macchine di colore scuro ferme sul ciglio della strada con delle persone a bordo che non ho riconosciuto perché la zona era completamente buia. Tale presenza mi ha insospettito, pertanto mi sono diretto repentinamente verso Montalto Uffugo. Giunto in località Vaccarizzo, mentre percorrevo la strada in direzione San Benedetto, ho visto una Smart bianca ferma con il motore e le luci accese a bordo della quale, lato guida, mi è sembrato di vedere Stanislao Sicilia ma non ho visto chi erano le altre persone a bordo. Dopo aver superato la Smart, ho notato che tale veicolo ha cominciato a seguirmi per poi, una volta giunto nella vicina piazza, superarmi e porsi di traverso bloccando la mia marcia. Sono stato costretto a fermarmi e, sulla destra, ho visto un'altra autovettura, una Fiat Grande Punto grigia, a bordo della quale vi era una persona che non ho riconosciuto mentre nei pressi del veicolo vi era un soggetto, con il volto coperto, che imbracciava un fucile a canne mozze. A quel punto vicino all'autovettura Smart, mentre il conducente era ancora alla guida, è comparsa una quarta persona – non so se scesa dalla Smart o già sul posto – che ha sparato al mio indirizzo un colpo di arma da fuoco con l'utilizzo di un'arma, che ho riconosciuto essere una pistola a tamburo, senza però riuscire a colpirmi.
"Immediatamente - continua Cristini - sono sceso dall'autovettura e ho iniziato a sparare diversi colpi di arma da fuoco verso la Smart. La persona che imbracciava il fucile è allora rientrata nella Fiat Grande Punto ed è fuggita in direzione San Benedetto unitamente al conducente, mentre la persona che aveva esploso un colpo di arma da fuoco al mio indirizzo si è dileguata verso la chiesa assieme al conducente della Smart, che nel frattempo era sceso dal veicolo. A quel punto – prosegue il suo racconto agli inquirenti – ho rimesso in moto l'autovettura e, in stato confusionale e molto impaurito, mi sono diretto verso l'autostrada imboccandola a Montalto Uffugo in direzione Rende. Da quest'ultima uscita, tramite le strade interne, mi sono recato in località Bucita di San Fili nei pressi dell'abitazione di mia zia. Ho consegnato le chiavi della mia autovettura al marito. In quel momento mi è pervenuto un sms da parte di mia madre che mi invitava a telefonare alla squadra mobile di Cosenza. Ho spiegato il luogo in cui mi trovavo, dove poi sono stato raggiunto dopo pochi minuti. Alla vista di due poliziotti ho consegnato l'arma che avevo utilizzato per sparare durante la mia aggressione”.