Anche il figlio minorenne della donna non era esente dalle moleste attenzioni dell'uomo che lo seguiva e stazionava, giornalmente, davanti la scuola
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Si è conclusa con una condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione una terribile storia di violenza e molestie ai danni di una 32enne. I giudici hanno inoltre disposto l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, nonchè risarcimento del danno in favore della persona offesa. I dettagli sono contenuti in una nota del legale Ettore Zagarese nella quale si riporta che il Tribunale di Castrovillari, (presieduto da Ferrucci a latere Antonaci e Fragolino) ha inflitto una dura condanna ai danni di un 42enne di Corigliano-Rossano, accogliendo le tesi del Pm, Valentina Draetta, e dell'avvocato Ettore Zagarese, difensore di D.S, 32 anni, vittima dei soprusi.
Una vicenda di soprusi, violenza sia fisica che psicologica, terrore e molestie, che ha inizio quando la donna - si legge nel comunicato dell'avvocato - arrivata allo stremo e distrutta dalle continue sopraffazioni, decide di interrompere la relazione con il quarantaduenne D.T. Da quel momento iniziava una vera e propria persecuzione, fatta di continue minacce, causandole un continuo stato di ansia, paura e un fondato timore per la propria incolumità e per quella del di lei figlio minore. In particolare, l'uomo, aveva iniziato a seguirla ovunque, contattandola ripetutamente al telefono con l’intento di ricominciare la relazione sentimentale e minacciandola in alcune occasioni di morte. Inoltre diverse volte e sempre in orario notturno - riporta il legale- la spiava appostandosi nei pressi della sua abitazione al fine di controllarne i movimenti, mentre di giorno la sorvegliava sul posto di lavoro appostandosi davanti all'esercizio commerciale in cui è impiegata.
Pubblicava sia sul social Facebook che sull'app di messagistica whatsapp, diverse frasi e status con il chiaro intento di intimorirla. Anche il figlio minorenne della donna - si specifica nella nota - non era esente dalle moleste attenzioni dell'uomo che lo seguiva e stazionava, giornalmente, davanti la scuola. Una vera e propria ossessione che ha leso a lungo la serenità della donna e del figlio. Fino all’esito del processo, terminato con la dura sentenza di condanna.