Scenderanno in piazza anche a Catanzaro, mercoledì 9 dicembre, i medici specializzandi calabresi «in risposta - spiegano in una nota - all'ennesimo rinvio delle procedure concorsuali per l'ingresso nelle Scuole di specializzazione».

 

E' prevista alle 15 una manifestazione pacifica per «dare voce ai 24mila medici abilitati che, a livello nazionale - è detto ancora nella nota - hanno partecipato il 22 settembre 2020 al Concorso per l'accesso alle Scuole di specializzazione di Area sanitaria (anno accademico 2019-20). La pubblicazione della graduatoria unica nazionale di merito e di assegnazioni delle sedi a ciascun candidato erano state programmate rispettivamente per il 5 e il 12 ottobre, in modo da garantire il corretto espletamento delle procedure concorsuali, inclusi gli scorrimenti, entro la presa di servizio fissata per giorno 30 dicembre. Tuttavia, a seguito di una serie di ricorsi in opposizione ad alcuni punti del bando, che avrebbero portato all'esclusione dal concorso dei corsisti di Medicina generale e a dare un vantaggio ai medici non ancora iscritti ad altra Scuola di specializzazione o già specializzati, si sono verificati continui rinvii e le procedure risultano ancora bloccate».

 

«Il 26 ottobre è stata pubblicata dal Ministero dell'Università e della Ricerca - riporta ancora la nota - una graduatoria provvisoria, più volte e senza preavviso rimaneggiata nei giorni successivi. Le assegnazioni delle 14.455 borse di specializzazione - che permetterebbero le immatricolazioni dei vincitori nelle rispettive Università - sono invece rinviate, per l'ennesima volta nell'arco di due mesi, e sono attualmente previste in data successiva al 15 dicembre, giorno dell'udienza collegiale del Consiglio di Stato che si esprimerà in merito agli ultimi ricorsi.

 

La presa di servizio deve necessariamente avvenire entro l'anno. per ragioni di bilancio, ma questi ritardi ostacolano seriamente le procedure di riassegnazione delle borse negli scorrimenti di graduatoria (borse che rischiano di andare perdute) e mettono in difficoltà i giovani medici che, in meno di dieci giorni, dovrebbero trasferirsi altrove per cominciare a lavorare e che, in questo periodo di grave crisi sanitaria, hanno già rassegnato le proprie dimissioni e hanno rinunciato a diversi incarichi nelle Usca, in postazioni di Continuità Assistenziale, in cliniche ed Rsa in previsione dell'inizio del proprio percorso formativo. OItre a danneggiare gli aspiranti specializzandi a cui, nel mezzo di un'emergenza sanitaria globale, viene sbarrato il proprio futuro lavorativo, la macchinosa e indolente gestione burocratica colpisce duramente un Sistema Sanitario Nazionale già al collasso, da mesi costretto a richiamare medici italiani in pensione e aiuti esteri, impedendo a giovani professionisti di partecipare attivamente alla lotta contro il Covid-19».