VIDEO | L'ultima puntata della trasmissione di Pasquale Motta ha indagato l'incredibile caso di un impianto consortile costruito nel 2009 nei pressi di Pizzo ma non completato. Intanto l'inquinamento continua a rovinare le vacanze a turisti e residenti
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Un'eterna incompiuta: il depuratore consortile, costruito nel 2009, che avrebbe dovuto servire tutti i centri del bacino dell'Angitola, nel Vibonese, compreso il più grande e famoso, la città di Pizzo. È intorno a questo ennesimo spreco che Pasquale Motta ha costruito l'ultima puntata di Dentro la Notizia, la trasmissione di approfondimento giornalistico di LaC Tv che segue il Tg giorno. Un tema, quello della (mancata) depurazione, che d'estate puntualmente torna a imporsi a causa del mare sporco che incombe sul turismo e sul suo indotto.
Le telecamere di LaC sono quindi entrate nel depuratore consortile dell'Angitola mai completato, documentando lo stato di abbandono in cui versa un'impianto che avrebbe potuto fare la differenza. Mettendo in funzione la struttura di proprietà della Regione Calabria, infatti, si potrebbero risolvere gran parte dei problemi che attanagliano questo tratto di costa. Invece, tutto risulta tristemente abbandonato.
«Abbiamo un debito con i nostri figli, perché roviniamo questa bellezza che ci ha donato la natura. Io punto il dito contro una classe politica che ha avuto i fondi e tutto il tempo a disposizione per intervenire efficacemente. Lo stesso governatore Occhiuto, in un evento organizzato dalla mia associazione un anno fa, assicurava che il problema sarebbe stato risolto, ma finora ha fatto solo proclami». Sono queste le parole di Anna Rosa, dell’Associazione Pinetamare insieme.
«All’incapacità politica si va ad aggiungere quella mano scellerata e delinquenziale di chi scarica senza ritegno nei corsi d’acqua che dovrebbero invece essere una ricchezza per il nostro territorio. Alla foce dell’Angitola – continua la rappresentante di Pinetamare Insieme – in questi ultimi giorni c’è stato un disastro ambientale. Non abbiamo più fiducia nella politica, ma solo nella magistratura e nel procuratore Camillo Falvo, che aveva ideato una task force, intuendo che attraverso la sinergia tra le istituzioni preposte alla salvaguardia del mare si poteva fare qualcosa. Ma purtroppo Falvo è stato lasciato solo».
«Quest’anno il mare della Calabria non è sporco solo sulla fascia della costa degli Dei ma dappertutto. Questa mattina sul Tirreno cosentino ho fatto un’ispezione visionando la foce di alcuni torrenti, e da lì usciva di tutto». È quanto ha affermato Francesca Mirabelli, presidente dell’Associazione Mare Pulito “B. Giordano”, collegata telefonicamente con Motta.
«Il problema maggiore arriva dalle zone interne – ha detto Mirabelli -, da dove appunto arrivano questi torrenti che poi sfociano a mare. Quest’anno le condizioni meteo hanno permesso a questi delinquenti di sversare direttamente all’interno dei torrenti». Durante il collegamento non è mancato un drammatico appello: «Non è possibile che con tutta la pioggia che abbiamo avuto durante la stagione invernale ci troviamo un mare in queste condizioni. Io purtroppo consiglio di non fare le vacanze nel mare calabrese. E tutto questo mi duole dirlo». «Mi auguro – ha concluso Mirabelli - che la Regione e le Istituzioni prendano più coscienza per riuscire a far rispettare l’ambiente e il mare perché sono fonti di vita e di benessere».
Nel corso della trasmissione non sono mancate le proposte tese a far ritornare a splendere il lembo di mare situato nei pressi della pineta di Pizzo, come quella lanciata da Giuseppe Facciolo, sempre a nome dell’Associazione Pinetamare Insieme. «Noi sappiamo che la sporcizia che si riversa in mare arriva dal fiume e sappiamo chi lo sporca. Alcuni comuni montani, come Filadelfia, Francavilla e Polia, hanno degli pseudo depuratori al limite dello scarico illegale. Noi chiediamo la costruzione fisica di un depuratore che possa servire un bacino di 100mila persone e sappiamo che esiste un progetto. Per questo ci appelliamo ai sindaci di Pizzo, Filadelfia e Francavilla, si riuniscano per aggiornare quel progetto, anche attraverso il supporto di Università come Reggio e Cosenza, ma soprattutto intercettando i fondi del Pnrr. Questa è un’occasione unica».
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