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Pompe che smuovono i liquami direttamente verso il mare, condotte abusive, depuratori mal funzionanti. L’estate calabrese che volge al termine è stata contraddistinta dal mare sporco, da acque melmose e, a volte, da rifiuti galleggianti. Tante, troppe, le criticità, i punti deboli, a volte costruiti ad hoc, a volte ignorati, altre volte sconosciuti e che ora sono stati raccolti dall’associazione Amici del Mare che ha realizzato una sorta di dossier. Una vera e propria mappatura che non resterà però semplicemente carta straccia perché l’associazione ha anche fatto due distinte denunce, una alla Procura di Vibo e una a quella di Catanzaro.
Ed ecco allora che dal report emerge che nella magnifica Baia di Copanello esistono due condotte fognarie, una a ridosso di una discoteca e l’altra all’uscita di una galleria. E non si salva la vicina Caminia dove all’entrata della zona ci sarebbe fuoriuscita di liquami . Spostandoci sul Tirreno, anche Capo Vaticano non è immune. Qui «tra la scogliera Torre Ruffa fino all'ultimo villaggio ai piedi della roccia, sotto la sabbia, alla profondità di quattro metri, era posizionata una condotta abusiva», spiega il dossier che diventa allarmante anche nel caso di Joppolo dove “al primo mare mosso le condotte andavano a finire sott'acqua– si legge nel report - cosicché tutte le vasche del depuratore potevano scaricare a mare, compresi i fanghi”.
E questi sono solo alcuni dei casi riportati nel dossier. Qui la natura non c’entra nulla. Non possiamo che prendercela con chi continua a fare finta di nulla, salvo poi lamentarsi di una Calabria depauperata e claudicante.