La mancanza d'acqua stringe in una morsa i quartieri sud di Catanzaro. Come ogni anno l'arrivo della stagione estiva determina un notevole aumento del consumo idrica e l'equazione è presto delineata: maggiore richiesta di acqua per esigenze turistico-balneari e minore disponibilità per i vari quartieri, specie quelli della fascia sud.

Siamo stati a fare un piccolo giro a campione in alcuni esercizi commerciali sul Lungomare del capoluogo di regione ed i titolari non hanno espresso particolari perplessità in merito. Ogni locale infatti - tranne pochissimi casi - è dotato di cisterne o serbatoi capaci di sopperire all'allentamento della pressione se non addirittura alla mancanza di acqua. Anche per un semplice caffè, per fare i gelati, per lavare le stoviglie e per ogni attività horeca (hotel, restaurant, caffetteria) l'acqua è basilare, senza contare per l'igiene dei locali e quella dei bagni.

A lamentarsi molto invece sono i cittadini delle case private. L'acqua viene razionata se non chiusa dalle 22 alle 6 del mattino in vari quartieri, da Viale Isonzo dove spesso la comunità rom in particolare scende in strada per protesta; a quelli della Marina, alle prese con i disagi più vari. «Sappiamo che il Comune dirotta i flussi di acqua per gli stabilimenti balneari e le attività turistiche - ha detto una signora molto arrabbiata - ma non è giusto che nelle nostre case dobbiamo mettere i bidoni al sole per scaldare l'acqua e poterci poi lavare. Con questa afa è una tortura avere i rubinetti a secco. È una storia che continua da anni e che nessun sindaco è riuscito a risolvere». In queste ore un comitato di cittadini, riunitosi tramite social, medita azioni clamorose.