Rimosso il cartellone all’ingresso del centro e sostituita la scritta “paese dell’accoglienza” con i nomi dei santi patroni Cosma e Damiano. L'ex sindaco replica: «Ciò che abbiamo fatto è scolpito nei cuori»
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«Non mi interessa fare polemiche, posso solo dire che ho un’altra idea di quello che è il territorio e di quella che è la comunità. E’ un tentativo di annullare la memoria ma non si può annullare la memoria, perché quello che abbiamo fatto a Riace è scolpito nei cuori e nei ricordi e non potrà mai essere cancellato». Così l’ex sindaco di Riace (Reggio Calabria), Domenico Lucano commenta con l’Agi la decisione della nuova amministrazione comunale di rimuovere la cartellonistica all'ingresso del paese, sostituendo la scritta “paese dell’accoglienza” con i nomi dei santi patroni Cosma e Damiano.
«Riace – aggiunge Lucano - è un luogo in cui c’è questa aurea sospesa di qualcosa di importante. Le opere pubbliche non si misurano solo sull’aspetto materiale, e io dico sempre che qui abbiamo fatto l’opera pubblica più grande che avremmo potuto fare, quella di accogliere persone in fuga dalle guerre, dalla povertà e dalla miseria, e questa è un’opera che non potrà mai conoscere rovina. E questo – sottolinea l’ex sindaco riacese - è stato anche un segno di un luogo che erano anche l’anima della Calabria, quella di essere una terra di accoglienza: questo messaggio me l’hanno trasmesso i miei genitori, e questo messaggio l’ho tradotto nella mia azione. Riace paese dell’accoglienza è stata una favola vera, è inutile nasconderlo:, i tentativi di sopprimere il messaggio di far prevalere l’umanità rispetto all’odio – conclude Lucano - non bastano a cancellare la memoria».
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