Longobucco, 5 indagati per l'incendio di Paleparto che durò un mese

Sono tutti Direttori delle operazioni di spegnimento, avrebbero operato con negligenza causando un disastro ambientale. Il fatto risale al 2017, andarono distrutti 3885 ettari di bosco 

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20 dicembre 2019
17:39

Cinque persone, tutte con la qualifica di Direttori operazioni di spegnimento sono indagate per l’incendio che nel 2017 devastò nel Comune di Longobucco in località Paleparto migliaia di ettari di bosco. I Carabinieri Forestali della Stazione di Rossano hanno notificato agli indagati la conclusione delle indagini coordinate dal procuratore della Repubblica di Castrovillari che hanno consentito una ricostruzione storica di tutti gli eventi che hanno riguardato questo vastissimo incendio che ebbe inizio il 25 luglio e terminò il 19 agosto del 2017.

 


L'accusa di disastro ambientale

Dalle indagini è emerso che i cinque Dos, quattro di Calabria Verde e uno dei Vigili del fuoco avrebbero cagionato un disastro ambientale, avendo operato con negligenza e imperizia nella gestione e conduzione delle operazioni di spegnimento, attestando in più riprese, contrariamente al vero, che il rogo si era spento e gestendo le squadre antincendio intervenute ed i mezzi in modo non congruo, confuso e inefficace sul territorio.

 

Le relazioni compilate in modo errato

Inoltre, avrebbero redatto le schede che caratterizzano ogni incendio in modo approssimativo e incompleto così da non consentire agli operatori montanti di gestire correttamente mezzi e uomini.

 

Quasi un mese di fiamme

Il fatto incendiario allora destò non poco allarme sociale e ingenti spese per l’erario, considerato e valutato la durata avuta. Un dato che non è stato sottovalutato dalla Stazione Carabinieri Forestale di Rossano che, attraverso una attività d’indagine capillare, che ha visto anche l’acquisizione materiale video e fotografico ha ricostruito l’evento e formulato le ipotesi di reato, accertando inoltre il lavoro importante dei volontari presenti che si adoperavano concretamente nello spegnimento del fuoco sostituendosi in tutto e per tutto agli operatori antincendio di azienda Calabria Verde.

 

I Dos, responsabili delle operazioni di spegnimento, non avrebbero avuto invece contezza dei luoghi in cui le squadre e i mezzi antincendio si trovassero e dunque avrebbero vanificato tutti gli interventi aerei durati per settimane.

 

L’incendio in più occasioni venne dichiarato spento senza che effettivamente venissero eseguite le necessarie e fondamentali operazioni di bonifica e di verifica su superfici che ovviamente si differenziano tra la vegetazione di latifoglie e quella di conifere.

 

I numeri dell'incendio

L’incendio ha così provocato la distruzione di 3885 ettari di territorio boschivo, di questi 1033 ricadenti nell’area del Parco Nazionale della Sila e per la rimanente parte di proprietà private, di enti e della Regione Calabria.

 

 

     

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