Esattamente 30 anni fa a Locri, il 20 marzo 1989, veniva assassinato il commerciante Vincenzo Grasso, freddato sulle centralissima via Marconi davanti alla sua concessionaria di automobili. Aveva cominciato la sua attività lavorativa aprendo un'officina ad Ardore prima di trasferirsi a Locri con la sua famiglia. Ma subito dopo arriva la ‘ndrangheta, con le sue richieste estorsive che diventano sempre più pressanti fino a sfociare in minacce, intimidazioni e danneggiamenti.


Grasso però non cede e denuncia sempre tutto. Amava il suo lavoro, l'onestà, la dignità e anche la sua terra, che non voleva abbandonare neanche dinanzi alla tracotanza mafiosa. Un delitto efferato che sconvolse la città e tutta la Calabria. Un omicidio rimasto irrisolto e che ancora non ha avuto giustizia.


La famiglia Grasso vive ancora a Locri e la figlia Stefania collabora da anni con Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, per promuovere la memoria e l’impegno, anche nelle scuole. Con gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione Stefania ha raccontato la sua testimonianza agli studenti del liceo “Mazzini” di Locri, fornendo un ritratto di papà Vincenzo dolce e delicato.

«È inspiegabile – ha affermato - come si possa decidere l’assassinio di un uomo onesto, per bene, padre di famiglia. È inspiegabile che, ancora oggi, quegli assassini non abbiano pagato il loro debito con la giustizia. È inspiegabile come, invece, abbiamo pagato noi, con il dolore, gli anni della sua assenza».

In occasione del 30esimo anniversario dell’omicidio il Comune di Locri ha deciso intitolare a lui e ad altre vittime innocenti di mafia alcune strade della città. L’iniziativa è in programma il prossimo 27 marzo alla presenza di don Luigi Ciotti.