Pagare, e anche celermente. È questo l’ordine di scuderia impartito dalla Cittadella alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, da mesi ormai alle prese con migliaia e migliaia di fatture nel tentativo di venire a capo dell’enorme debito accumulato nei confronti dei fornitori.

Metter mano alle casse

Dopo la dichiarazione dei crediti, dopo la verifica dell’attendibilità delle richieste è, infatti, giunta l’ora di metter mano al denaro e liquidare tutte quelle fatture giudicate certe ed esigibili. E il fattore tempo in questa fase potrebbe a breve volgere a sfavore in considerazione del parere motivato inviato ad aprile dalla Commissione Europea che mette in mora l’Italia a causa della non conformità della Calabria alla direttiva comunitaria contro i ritardati pagamenti.

Il blocco ai pignoramenti

A finire sotto la scure di Bruxelles è la legge approvata nel dicembre scorso che nei fatti blocca i pignoramenti azionati dai creditori nei confronti delle aziende del servizio sanitario calabrese. Il parlamento – dopo la bocciatura della prima norma da parte della Corte Costituzionale – ci ha riprovato e ha licenziato una legge simile nei contenuti ma ridotta nella durata: da dicembre 2025 – giudicato un tempo sproporzionato dai giudici delle leggi – a dicembre 2023.

Ritocco alla norma

Ma gli effetti dello scudo per le casse della sanità calabrese potrebbero esaurirsi prima di quella scadenza, il parlamento potrebbe infatti decidere per un ritocco della norma come risposta ai rilievi mossi dalla Commissione Europea. È così che nasce l’esigenza di imprimere una accelerazione alle procedure di circolarizzazione con la liquidazione del maggior numero di fatture, possibilmente prima dell’esplosione delle azioni esecutive nei confronti delle aziende calabresi.

Pagare, tutto e subito

Pagare tutto e subito, almeno quanto accertato, è la linea impartita dallo stesso presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, nella prima riunione dopo il rientro dalla pausa estiva e dopo la prematura scomparsa del commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti. Proprio il manager aveva fissato entro la fine di luglio il termine per il pagamento del maggior numero di fatture, quelle accertate, attraverso il trasferimento alle aziende di rimesse straordinarie.

Rimesse straordinarie

Il termine per ora è slittato, anche se la Regione conferma il suo impegno: sarebbero per ora 213 i milioni assegnati per la liquidazione delle fatture ma evidentemente non bastano. Alcune aziende lamentano mandati di pagamento rimasti appesi a causa della penuria di risorse, altre nei giorni scorsi hanno proceduto alla liquidazione di centinaia di fatture per milioni di euro.

La bomba degli interessi

In questa fase, si punta, soprattutto, alla stipula di accordi transattivi facendo leva sulla immediata disponibilità di denaro e tagliando sugli interessi moratori che potrebbero tornare ad esplodere, assieme ai contenziosi, al decadere dello scudo. La modifica legislativa, tuttavia, non è data per certa anche in considerazione dei pochi mesi che ormai separano alla naturale scadenza della norma, tre mesi. A fine dicembre la partita con i creditori dovrebbe essere dichiarata chiusa, almeno è quello che si auspica in Cittadella.