Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
I bambini con lo zaino all'apertura dell'anno scolastico all'Istituto Comprensivo Uruguay "Maria Stern Nuovo" in Via di Settebagni a Roma oggi 12 settembre 2011. ANSA Mario De Renzis
'E la ragione di questa intollerabile discriminazione lascia attoniti: a causa di lungaggini burocratiche e amministrative nate dopo l’approvazione della legge Delrio sull’abolizione delle province, in molti casi non si sa chi – tra Regioni, Comuni e quel che resta delle Province – debba occuparsi della questione.
Dagli anni ’90 le Province sono chiamate a occuparsi e a sostenere i servizi per l’assistenza agli studenti disabili. La legge Delrio è però intervenuta riorganizzando il quadro e le funzioni di Province, città metropolitane e Unioni di comuni. Nella riforma, si specifica che non saranno più le Province ad occuparsi dell’assistenza scolastica per i disabili ma non chiarisce chi dovrà farlo lasciando il settore nella confusione più totale.
La legge, infatti, aveva demandato alle Regioni il compito di assegnare le competenze: se tenerle per sé, attribuirle alle Province, alle città metropolitane o ai singoli Comuni e, ovviamente, fissava un termine per questa decisione al 31 dicembre 2014. Bene: a quella data solo cinque Regioni avevano stabilito il da farsi e tra queste, va da sé, non c’era la Regione Calabria.
Una situazione paradossale, dunque, denunciata da tempo dall’Ente Nazionale Sordi che ha lanciato una campagna, cui stanno aderendo anche le altre associazioni di categoria, per chiedere “l’attivazione dei servizi di assistenza per gli alunni con disabilità sensoriale e non solo”. L’ENS ha annunciato di voler ricorrere alle vie legali poiché la mancata erogazione dei servizi di assistenza, oltre a rappresentare un disservizio, espone bambini e ragazzi con disabilità a una vera e propria discriminazione. E i paradossi non finiscono qui. Proprio per le forti pressioni di cittadini e associazioni, il Governo è corso ai ripari prima della pausa estiva, inserendo nel decreto sugli enti locali un emendamento ad hoc (articolo 8, comma 13 quater) con cui si prevede uno stanziamento di 30 milioni “per le esigenze relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali”. Peccato, però, che il provvedimento stabilisce anche che il governo ripartisca il fondo “tra le Province e le città metropolitane” ma, al momento, di quei 30 milioni non si è vista nemmeno l’ombra e le Province hanno dichiarato di non volersi impegnare fino a quando quelle risorse non saranno disponibili. E comunque i 30 milioni coprono l’emergenza solo in parte, per i primi tre mesi dell’anno scolastico, mentre è chiaro (o dovrebbe esserlo) a tutte le persone dotate di buon senso che il diritto allo studio non può essere vincolato a disponibilità di bilancio.
Per questo motivo l’ENS, insieme alle altre associazioni, scenderà in piazza contro Regione e Provincia per rivendicare il rispetto del sacrosanto diritto allo studio per gli alunni con disabilità