Affari sporchi

Le mani della mafia sul Pnrr: gli imprenditori messinesi interessati al tratto calabrese dell’A2 e al porto di Gioia Tauro

La nuova inchiesta della Dda di Milano parte da una serie di intercettazioni a Pier Paolo Portolesi, imprenditore considerato vicino alla ’ndrangheta

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di Redazione Cronaca
18 luglio 2024
13:46

Sono nomi storici della mafia messinese. Esponenti del clan dei «Barcellonesi» che negli anni hanno reinvestito i soldi dei clan mafiosi nelle aziende e nei cantieri. Personaggi già condannati e più volte finiti al centro di inchieste dell’Antimafia ma che continuavano a muoversi liberamente, soprattutto a Milano, tessendo affari e trame. 

Ora i due imprenditori siciliani, Giovanni Bontempo, 46 anni, di Sant'Agata di Militello ma residente a Milano (zona Affori), e Francesco Scirocco, 59 anni, di Gioiosa Marea (Messina), sono stati arrestati dal centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Milano. Gli investigatori, coordinati dalla Dda guidata dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunto Alessandra Dolci, hanno anche sequestrato soldi e beni per oltre 5 milioni di euro.


Bontempo e Scirocco avevano creato una rete di società edili, tutte con sede a Milano, con cui erano riusciti ad aggiudicarsi appalti pubblici in tutta Italia, anche finanziati con il Pnrr, aggirando la normativa sulle interdittive antimafia grazie all’uso di prestanomi. Quando le loro aziende - in cui formalmente non risultavano mai – si aggiudicavano l’appalto (quasi sempre in associazione temporanea con altre imprese) le commesse venivano poi «girate» ad altre società che eseguivano materialmente i lavori. Alcune con sede in Calabria. Gli inquirenti della Dia, insieme agli esperti del Gico della guardia di Finanza, hanno sequestrato in via d’urgenza immobili, quote societarie e conti correnti per un valore totale di 5 milioni di euro.

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Un provvedimento analogo, di confisca, era già stato adottato in passato (una decina d’anni fa) nei confronti di Francesco Scirocco per un totale di oltre 37 milioni di euro. 

Nell'ambito dell'inchiesta è stata anche sequestrata a Giovanni Bontempo, uno dei due imprenditori arrestati e legati ad un clan di Cosa Nostra nel Messinese, una villa a Pietrasanta, in Toscana. La nuova inchiesta della Dda, coordinata dal pm Silvia Bonardi, nasce dallo sviluppo investigativo su alcune intercettazioni dell'indagine che aveva portato all'arresto, nel giugno 2022, di Pietro Paolo Portolesi, 54enne presunto affiliato alla 'ndrangheta e imprenditore nel settore edile-movimento terra. Era emerso che si sarebbe accaparrato subappalti non solo per il prolungamento della Tangenziale di Novara e della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana, che ospiterà il villaggio olimpico, ma anche per alcune opere di demolizione all'Ortomercato di Milano. La nuova indagine prende le mosse anche dai verbali di due pentiti, che hanno raccontato il sistema dell'imprenditoria e delle infiltrazioni delle mafie negli appalti pubblici, con una situazione "immutata", stando a quanto riferito, da vent'anni.

Da un'intercettazione dell'inchiesta su Portolesi era emersa la figura di Bontempo e la sua Infrastrutture M&b, che, secondo le indagini, dal 2019 in avanti ha visto aumentare di molto il suo fatturato, con 250 milioni di euro di lavori per appalti in pancia, ma solo 36 dipendenti sulla carta.

Tra i lavori portati avanti da Bontempo, da quanto si è saputo, c'è anche la realizzazione di un campo sportivo a Zocca, il paese di Vasco Rossi. Scirocco e Bontempo avrebbero sempre dialogato attraverso Telegram, ma poi gli investigatori sono riusciti a piazzare delle cimici in un'auto per captare le conversazioni. Stando alle indagini degli inquirenti, poi, pare che i due fossero anche interessati ad entrare nei lavori sull'autostrada di Rosarno, in Calabria, e per il collegamento con il porto di Gioia Tauro. Nel corso di una perquisizione di oggi in un capannone a Corbetta, nel Milanese, gli investigatori, tra l'altro, avrebbero trovato operai che dormivano a terra, vicino a delle bombole di gas. Bontempo (condannato in primo grado per favoreggiamento di un latitante, con accusa prescritta in appello), inoltre, sarebbe diventato nel tempo anche punto di riferimento per imprenditori e investitori di Messina, interessati a comprare aree e terreni a Milano.

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