VIDEO-FOTO-NOMI | Tra le vittime un avvocato vibonese, proprietario del terreno, più volte minacciato anche con una pistola detenuta illegalmente dagli arrestati. L’atteggiamento intimidatorio era volto a far desistere pure tutti i potenziali acquirenti e il proprietario del capannone incendiato a Gerocarne
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Un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone, padre e due figli, Giuseppe Donato, 49 anni, Salvatore e Peppino Donato, 24 e 20 anni. L'accusa è estorsione aggravata continuata, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di pistola. E' questo il bilancio dell'operazione condotta a Gerocarne dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai militari delle Stazioni di Soriano Calabro e Vazzano.
Le indagini sono iniziate il 15 ottobre 2017 quando nella frazione Sant’Angelo di Gerocarne, durante la nottata, è stato appiccato un incendio ad un capannone di un soggetto ivi residente.
Le indagini, infatti, hanno consentito di raccogliere utili risultanze investigative in capo a Salvatore e Peppino Donato, due fratelli con precedenti di polizia. In quella circostanza fu incendiato l’intero capannone dove erano custoditi, oltre ad alcuni capi di bestiame, un trattore che era stato utilizzato il giorno stesso per lavorare all’interno di un fondo agricolo sito in Contrada Cerasara di Gerocarne. Ed è stato proprio questo l’elemento che ha indirizzato le indagini: di fatto gli inquirenti sono riusciti a riscostruire una vicenda che andava avanti già da tempo.
Il fondo in questione, di proprietà di un avvocato vibonese, era da tempo oggetto di attenzioni da parte della famiglia Donato che cercava di impossessarsene con minacce e pressioni indirizzate al proprietario del fondo e a tutti i soggetti che si recavano nello stesso per lavorarlo.
I militari, quindi, hanno ricostruito le intimidazioni verso l’avvocato vibonese più volte minacciato di morte anche mediante l’utilizzo di una pistola indebitamente detenuta. Tali minacce, che sono iniziate nel 2015 e si sono protratte sino ad oggi. L’atteggiamento intimidatorio adottato dai due figli e dal padre era volto a far desistere, oltre al proprietario del fondo stesso, tutti i potenziali acquirenti del terreno e non in ultimo, il proprietario del capannone incendiato. Non è un caso, infatti, secondo gli inquirenti, che oggetto del danneggiamento seguito da incendio del 15 ottobre 2017 sia stato proprio il trattore utilizzato il giorno precedente per completare i lavori nel fondo agricolo dell’avvocato.
Da qui l’accusa per i tre Donato che si sarebbero procurati un ingiusto profitto consistente nel possesso ed utilizzo del fondo ai fini del pascolo con conseguente danno per il legittimo proprietario che non avrebbe potuto esercitare liberamente il suo diritto di proprietà. Tale vicenda trae origine, storicamente, già dai primi anni 2000 quando tale terreno era già oggetto di contesa tra il legittimo proprietario e la famiglia Donato. Tale diatriba è culminata il 23 giugno 2010 in un tentativo di omicidio posto in essere da Giuseppe Donato (reato per il quale è stato condannato con pena definitiva) nei confronti dell’avvocato vibonese, legittimo proprietario del terreno agricolo in argomento.