«Noi non siamo persone che vogliono essere assistite ma vogliamo aiutare in ambito di emergenza. Le persone si devono fidare di noi. Io che sono disabile sono in grado di aiutarti e tu devi fidarti di me. In questo non siamo preparati, come in ogni cosa bisogna lottare. Una cosa che mi ha colpito della Tunisia è che queste barriere mentali non sono solo in Calabria ma le trovi in tutto il mondo». Mino Mammolenti chiede di avere fiducia nelle persone con disabilità.

Il 43enne di Isca sullo Ionio, con tetraparesi spastica, è tornato più determinato di prima dalla Tunisia dove ha partecipato al progetto Dico - Disabilità inclusione e cooperazione realizzato grazie al programma Erasmus plus, in quanto socio Aifo, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, presieduta a Satriano da Generoso Scicchitano, e membro dell'associazione Ali d'aquila, guidata da Gerarda Sestito. Un'occasione per condividere esperienze e stringere nuovi legami tra persone con diverse forme di disabilità provenienti da Tunisia, Marocco, Italia e Croazia.

Disabilità e inclusione 

«Se noi stiamo comodi nel nostro salotto, nella nostra comfort zone, e non abbiamo il coraggio di uscire, di viaggiare, non conosceremo mai le altre culture ma anche le difficoltà che vivono gli altri Paesi». Dunque un'esperienza sicuramente costruttiva per Mino che è come già fatto in altre occasioni, è pronto a rendersi utile per  favorire sempre di più l'inclusione delle persone disabili anche in situazioni di emergenza.

«Le associazioni e chi si occupa dell'emergenza devono adattarsi ai bisogni delle persone disabili - conclude Mino -. Con la Protezione civile stiamo già parlando. Se qualcuno si sente male possiamo alzare il telefono e chiamare il 118. Magari ti trovi davanti un ragazzo autistico che non si esprime bene oppure ha delle crisi di panico, non bisogna cadere nel panico come lui ma bisogna rassicurarlo».