Il tribunale di Catanzaro si era già espresso sul tema, ma ora, con la nuova composizione dei giudici, l’accusa reitera la richiesta. Le difese si sono opposte
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Lande desolate, nuovo capitolo. È di ieri la notizia che la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto la revoca dell’ordinanza del tribunale di Catanzaro con la quale i giudici, in una composizione diversa da quella attuale, avevano dichiarato inutilizzabili buona parte delle intercettazioni telefoniche perché le stesse derivano da un procedimento diverso e mancava il requisito della connessione tra i due processi. Captazioni che, com’è noto, provenivano dal processo Frontiera, già sepolto dal punto di vista giudiziario, con sentenze definitive sia nel rito abbreviato che in quello ordinario.
Il pm d’udienza ha ripercorso le fasi dell’inchiesta, evidenziando – dal suo punto di vista – che “le intercettazioni della discordia” fossero state “generate” dal procedimento “Piazza Sicura”, l’indagine della procura ordinaria di Catanzaro, in corso di svolgimento a Cosenza, in cui si discute della stabilità e sicurezza di piazza Bilotti, opera realizzata nel corso delle due legislature condotte dall’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. L'inchiesta Lande desolate - si ricorderà - aveva fatto luce su presunti atti illeciti nella realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza, dell’impianto sciistico di Lorica (Lorica ski) e dell’aviosuperficie di Scalea.
A processo si trovano Gianluca Guarnaccia, Carmine Guido, Rosaria Guzzo, Pasquale Latella, Damiano Francesco Mele, Carlo Cittadini, Vincenzo De Caro, Ettore Della Fazia, Marco Oliverio, Gianbattista Falvo, Giorgio Ottavio Barbieri, Marco Trozzo, Francesco Tucci e Luigi Giuseppe Zinno.
La decisione | Processo Lande desolate, inutilizzabili gran parte delle intercettazioni: per la Dda erano fondamentali
I decreti autorizzativi delle intercettazioni, tuttavia, erano contenuti nel processo “Frontiera” e da quelli poi sono state estrapolate le conversazioni che riguardano gli impianti sciistici di Lorica, piazza Bilotti e l’aviosuperficie di Scalea. Per la pubblica accusa, dunque, ci sarebbe connessione tra “Lande desolate” e “Piazza Sicura”, mentre, lo ricordiamo, il tribunale di Catanzaro, seppur con giudici diversi, aveva già estromesso quelle intercettazioni che, sulla scorta della sentenza “Cavallo” (richiamata anche in “Piazza sicura” a Cosenza), non possono essere utilizzate in diversi procedimenti.
Gli avvocati difensori si sono opposti alla questione avanzata dall’accusa. Nel caso di specie, l’avvocato Nicola Rendace ha ribadito che il suo assistito, l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, non ha favorito la cosca di ‘ndrangheta dei “Muto” di Cetraro. L’assoluzione di Barbieri infatti è già definitiva e la procura generale di Catanzaro, all’esito della sentenza di secondo grado, non aveva fatto neanche ricorso in Cassazione per la sua posizione. Insomma, il processo “Lande desolate”, non ha nulla a che vedere con l’antimafia. Ora il collegio si è riservato di decidere sulle richieste avanzate dalla Dda di Catanzaro, rinviando l’udienza al mese di maggio. Nel pool difensivo figurano gli avvocati Antonio Ingrosso, Nicola Carratelli, Ugo Celestino, Stefania Ingrosso, Tiziano Gigli, Vincenzo Adamo, Franco Sammarco, Giuseppe Malvasi, Filippo Cinnante, Angelo Pugliese, Andrea Onofrio e Nicola Rendace.