Lamezia, al via il processo Crisalide: in 50 chiedono il rito abbreviato

Si costituisce parte civile il ministero dell’Interno. Al banco degli imputati anche l’ex vice presidente del consiglio Giuseppe Paladino e l’ex consigliere Pasqualino Ruberto
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di Tiziana Bagnato
27 aprile 2018
18:30

A quasi un anno di distanza è iniziato oggi a Catanzaro l’udienza preliminare del processo relativo all’Operazione Crisalide che a maggio scorso a Lamezia Terme sfilacciò con 64 arresti la cosca Cerra –Torcasio- Gualtieri.

 


In più della metà, cinquanta, hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Tra questi anche l’ex consigliere comunale ed ex candidato a sindaco Pasqualino Ruberto. Per lui l’ipotesi di reato è di concorso esterno in associazione mafiosa.

 

La stessa che viene contestata a Giuseppe Paladino, ex vicepresidente dell’assise lametina che ha scelto il rito ordinario, e al padre Giovanni. Il focus dell’indagine è la campagna elettorale del 2015 e quel fitto groviglio di intercettazioni ambientali e telefoniche che avrebbero permesso di ricostruire alcune anomale dinamiche relative al voto.

 

L'inchiesta

L’operazione Crisalide, elemento determinante anche dello scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose del comune di Lamezia Terme, scattò per mano dei Carabinieri sotto la regia della Dda, il 23 maggio scorso. In un primo step vennero fermati in 52 con le accuse, a vario titolo, di  associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina.

 

A dare fuoco alle polveri era stata un’indagine del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme che permise di documentare come la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri controllasse il territorio ricorrendo a danneggiamenti e ad attività estorsive ma anche spacciando stupefacenti. Dopo la chiusura indagini, è stato chiesto il processo per 64 persone.

 

 

Le richieste di parte civile

Hanno chiesto di costituirsi parte civile l’Ala, il Comune di Lamezia Terme e l’Avvocatura dello Stato, mentre, la Comunità Progetto Sud guidata da don Giacomo Panizza, e vittima di alcuni atti intimidatori,  solo nei confronti di alcuni.  Si sono costituiti come parte civile anche alcuni dei soggetti offesi, il ministero degli Interni e la presidenza del Consiglio.

Giornalista
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