E’ stata convocata per il 21 febbraio dal Gup di Catanzaro l’udienza preliminare a carico degli avvocati Antonio Larussa e Tullia Pallone. Parte offesa è la famiglia Pagliuso. I due legali sono stati indagati pochi mesi fa ufficialmente con le accuse di favoreggiamento e minaccia per Larussa e del solo favoreggiamento per Pallone. Una posizione la loro emersa nell’ambito delle indagini sull’omicidio del noto penalista Francesco Pagliuso ucciso il nove agosto 2016 di rientro nella sua villa di via Marconi a Lamezia Terme.


Larussa avrebbe invitato Pagliuso nel proprio studio facendogli trovare  il latitante Daniele Scalise intenzionato a recriminare al penalista di avere assunto la difesa di Domenico e Giovanni Mezzatesta nel processo per il duplice omicidio di Decollatura. Un faccia a faccia organizzato senza preavvertire Pagliuso che, trovatosi di fronte il ricercato, avrebbe abbandonato lo studio.

 

C’è poi l’ipotesi di minacce. Queste sarebbe state rivolte da Larussa a Pagliuso molti anni prima del delitto.


Nell’ordinanza legata all’arresto di Marco Gallo, il trentatreenne accusato di essere l’esecutore materiale dell’uccisione di Pagliuso, si legge: «In un’occasione Scalise Daniele, nel periodo della latitanza, vissuta tra la primavera del 2012 e quella del 2013, aveva incontrato l'avvocato Pagliuso presso lo studio legale dell'avvocato Antonio Larussa, su esplicita richiesta di quest'ultimo poiché difensore di Scalise Daniele e in confidenza con la famiglia dello stesso. Giunto in loco il Pagliuso, incontrando anche Scalise Daniele aveva manifestato apertamente tutto il proprio disaccordo per le modalità con cui era avvenuto tale appuntamento, ragion per cui decideva di abbandonare lo studio legale facendo presente la propria indisponibilità al colloquio con i due».

 

«Proseguendo nel narrato – si legge ancora - la Pagliuso raccontava che qualche tempo dopo, sempre durante la latitanza di Scalise Daniele, il fratello era stato condotto da Scalise Pino in un bosco laddove ad aspettarli c'erano Vescio Giovanni, Iannazzo Francesco e Scalise Daniele, la donna non ricordava se all'appuntamento fosse presente anche l'avvocato Larussa. Nel corso dell'incontro, il fratello veniva aggredito senza specificare le modalità e minacciato dai suoi interlocutori poiché accusato di non aver difeso in maniera adeguata Scalise Daniele nell'ambito di alcuni procedimenti che lo vedevano coinvolto. Da quanto poi le aveva raccontato il fratello, solo l'intervento di Scalise Pino, padre di Daniele, aveva scongiurato ben più gravi conseguenze alla sua persona poiché in tale circostanza aveva assunto le sue difese».