Fa ancora paura a Lamezia Terme il fiume Cantagalli. Si teme che possa nuovamente esondare e penetrare nelle case, che ci possano essere nuove tragedie. L’autunno è alle porte e i temporali hanno già iniziato a fare capolino e ad interrompere giornate ancora soleggiate e dalle temperature decisamente sopra la media.

 

Lamezia ha già pagato un prezzo altissimo, il dissesto idrogeologico e la mancata manutenzione dei corsi d’acqua la stringono come una morsa, costringendola ogni anno a subire danni e ad affidarsi al buon Dio. A Sant’Eufemia, a via Boccioni, Cantagalli e case si inseguono parallelamente. La distanza si è ridotta sempre di più fino a portare le abitazioni al di sotto del livello del fiume e ad una manciata di metri da quello che resta del letto.

 

Negli anni, infatti, l’acqua ha avuto sempre meno spazio per potere scorrere: da venti metri si è passati a cinque. Anche la profondità è cambiata. Con il tempo gli accumuli di detriti non asportati hanno creato uno spessore di circa cinque metri. Appena le piogge aumentano di intensità, il fiume esonda con risultati più o meno disastrosi. I residenti vivono nel terrore, costretti a volte di notte a mettersi in macchina ed andare via per non rischiare di trovarsi direttamente l’acqua in casa.

 

C’è chi ci racconta di come crea barricate per non permettere al fiume di entrare e chi è costretto, ormai, a vivere con topi, serpenti e zanzare. Di sopralluoghi ce ne sono stati tanti, ci spiegano ancora i residenti del posto, ma senza seguito. Come spesso accade, gli intrecci di competenze diventano muri: Comune di Lamezia Terme, Provincia, Consorzio di Bonifica, Calabria Verde. Non c’è chi non sia stato interessato della cosa ma non c'è neanche chi l'abbia risolta.

 

Il consigliere comunale Mimmo Gianturco non usa mezzi termini: «La situazione è gravissima, chiedo massima attenzione e interventi celeri a Comune, Provincia e Regione in questa parte di città dove si sta rischiando la vita».