VIDEO | 'Sincronia' da anni, svolge le sue attività in un bene confiscato alla ‘ndrangheta e si spende a favore dei disabili mentali ma non ha più forze per andare avanti. L'appello alle istituzioni
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Una mano concreta, un contributo ad una sorta di banca del tempo in cui impegnarsi a versare settimanalmente qualche ora della propria quotidianità per garantire il mantenimento dell’associazione. Un’associazione, Sincronia, che da diversi anni ormai lavora silenziosamente con i ragazzi con disabilità psichica e fisica nei locali confiscati ad una cosca della ‘ndrangheta.
Quello che era un locale devastato dalla rabbia della mafia costretta a cedere allo Stato un suo bene, è stato trasformato dall’amore, dalla costanza e dal coraggio in un luogo in cui anche i diversamente abili tre volte a settimana possono uscire da casa, convivere e condividere, fare attività di intrattenimento e fisiche.
Ma ora tutto questo rischia di finire. Da settembre l’associazione non avrà nemmeno più i ragazzi del servizio civile. Da qui l’appello rivolto a chi voglia e possa dare loro una mano. A lanciarlo è il presidente dell’associazione Renato Nunnari, genitore anche lui di un ragazzo con difficoltà. In effetti, sin dall’inizio c’è stata una sorta di autogestione che pian piano ha dovuto allentare le redini.
Alcuni ragazzi si sono dovuti ritirare per il peggioramento delle loro condizioni di salute e con loro hanno dovuto tirare i remi in barca anche i loro genitori. «Siamo stati abbandonati dall’Asp e dal Centro di Salute Mentale - denuncia Nunnari - chiediamo solo che chi ci ha sempre apprezzato a parole, riconoscendo l’importanza delle nostre attività, ci sostenga concretamente offrendoci qualche ora del suo tempo, anche mensile, per stare accanto ai ragazzi».