Riportare ad un’operatività h24 il Centro Trasfusionale del Giovanni Paolo II che dopo essere stato sempre più ridimensionato negli anni ha corso il rischio nelle scorse settimane di avere sospesa la reperibilità notturna e festiva in urgenza dal 18 al 31 gennaio per mancanza di personale.

Un’ipotesi scongiurata ma che si colloca in quello che il consigliere regionale Francesco Pitaro non esita a definire un « drammatico accanimento con cui si continua a sfibrare l’Ospedale della quarta città più popolosa della Calabria». «I cittadini lametini - afferma Pitaro - devono poter contare su un servizio sanitario efficiente, non affidarsi alla fortuna e ‘sperare’ che in situazioni gravi, come i casi di emergenza-urgenza, si prospettino le condizioni favorevoli per non incorrere in rischi irreparabili per la propria salute».

L’onorevole spiega poi che il servizio trasfusionale è da tempo sotto tiro: «Non si tratta, purtroppo, di un’instabilità temporanea – afferma - già nel settembre scorso ho avuto modo di discutere dei tagli scellerati ai danni di un servizio fondamentale e irrinunciabile, com’è appunto la distribuzione del sangue su un territorio vasto e popoloso, con il direttore del Centro Trasfusionale di Lamezia Terme, il dottor Domenico Fusto».

«Anziché potenziare i presidi di tutela sanitaria, operando costantemente per il bene della comunità e in difesa del più sacro dei diritti, nella nostra regione si opta per l’indifferenza o, peggio ancora, come in questo caso, per il depauperamento di servizi essenziali. È arrivato il momento – conclude Pitaro, condividendo le preoccupazioni di Rete Civica, Ambulatorio solidale-Prima gli ultimi, Comitato Salviamo la Sanità del lametino, Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato e Comitato Malati Cronici – di rispondere una volta per tutte a esigenze basilari e inderogabili, ovvero una dotazione congrua del personale e l’operatività h24 del Centro Trasfusionale, la cui attività è cruciale per tutte le unità operative del nosocomio».