NOMI | Numerose le irregolarità riscontrate dal Noe nel corso di un sopralluogo. Oltre alla dispersione nell'ambiente dei liquami, tra i motivi del provvedimento anche l’accusa di aver utilizzato l'area per lo stoccaggio senza autorizzazione. Tre le persone denunciate
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Sono scattati i sigilli per l'impianto di trattamento dei rifiuti di Lamezia Terme, sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale dopo un sopralluogo dei militari del Nucleo Operativo Ecologico che ha consentito di accertare numerose irregolarità. Nel provvedimento si rileva che "il sito presentava un canale di raccolta delle eventuali fuoriuscite di percolato (il liquame altamente inquinante che nelle discariche si forma quando tra i rifiuti filtra la pioggia, ndr). Il canale si presentava intriso di macchie di colore scuro presumibilmente percolato e nella parte a valle in corrispondenza di un vertice risultava interrotto e dallo stesso era possibile il defluire di rifiuti liquidi sul suolo naturale delle aree esterne non pavimentate. Sull'area in argomento venivano inoltre rinvenuti rifiuti metallici quali cassoni metallici fuori uso per la raccolta stradale dei rifiuti solidi urbani. Nella parte esterna sulla destra del sito-discarica veniva individuata un'area non recintata e sprovvista di pavimentazione industriale e rete di captazione delle acque meteoriche adibite allo stoccaggio e triturazione dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana eseguiti dalla società Lamezia Multiservizi. Gli stessi erano costituiti da sfalci e residui vegetali all'interno dei cumuli dei predetti rifiuti, erano visibili rifiuti di altro genere quali plastiche, pneumatici fuori uso, materiale di risulta".
L'accusa è quella "di aver utilizzato l'aree posta in località Stretto del Comune di Lamezia Terme - adiacente alla discarica e gestita dalla società Multiservizi - quale area per la gestione e stoccaggio dei rifiuti in assenza di autorizzazione". E ancora, "di aver smaltito i liquidi generati dal dilavamento dei piazzali direttamente all'esterno dell'aea di discarica e per aver realizzato nei pressi della vasca di stoccaggio del percolato lo smaltimento di rifiuti proveniente dal canale di guardia della vasca direttamente sul nudo terreno". Sono tre le persone che sono state denunciate mentre l'impianto è stato affidato in custodia giudiziaria all'ingegnere Paolo Villella.
I nomi
Paolo Villella, 64 anni
Francesco Valter Saveri, 65 anni
Eliseo Bevivino, 70 anni
Luana Costa