FOTO | Istituzioni e scuole hanno celebrato la ricorrenza commemorando il barbaro omicidio avvenuto in città un anno prima della strage di Capaci, il 24 maggio 1991. Il procuratore Curcio: «Non ci può essere giustizia senza verità»
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«Non ci può essere giustizia senza verità. E la verità è sempre solo una». È il postulato del Giorno della memoria secondo il procuratore della Repubblica Salvatore Curcio. A Lamezia Terme la memoria antimafia corre a ritroso ad un anno prima della strage di Capaci. Il barbaro assassinio dei due netturbini Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, uccisi il 24 maggio 1991 per mano della ‘ndrangheta, è una ferita ancora tutta aperta. Da qualche anno infatti circola l'ipotesi di una possibile riapertura delle indagini sul duplice delitto di 32 anni fa e sul ferimento di Eugenio Bonaddio, che riuscì a scampare all’agguato. Ma questa ipotesi potrebbe concretizzarsi se ci saranno nuove dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
Nel frattempo il 24 maggio si celebra la Giornata della memoria lametina delle vittime innocenti di ‘ndrangheta, a cura del Comune. Puntuali alle 10, orario dell'agguato mortale, le autorità si sono ritrovate sul luogo del delitto. Il quartiere Miraglia di Sambiase, quartiere periferico di una città che oggi rivendica una nuova immagine. Almeno così ha detto con estrema chiarezza il sindaco Paolo Mascaro indossando la fascia tricolore. «Oggi è una Lamezia diversa e questa è un'occasione di condivisione cittadina, per una riflessione attenta, una presa di coscienza e un impegno collettivo».
La presenza degli studenti delle scuole lametine, con la loro vivacità e speranza per il futuro, è stato un elemento fondamentale della giornata. La memoria è importante per le nuove generazioni che hanno bisogno di sviluppare una cultura antimafia nel ricordo di chi ha pagato con la vita.
Molte sono state le testimonianze e gli interventi. Presenti i familiari delle vittime, il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, il questore Paolo Sirna, il presidente del Tribunale Giovanni Garofalo, il sindaco Paolo Mascaro, il procuratore della Repubblica Salvatore Curcio, i vertici di tutte le forze dell’ordine, il vicario del vescovo don Tommaso Buccafurni. È stata un'opportunità per commemorare le vittime innocenti e ribadire la volontà di combattere la ‘ndrangheta e soprattutto un tentativo di promuovere, se possibile, la cultura della legalità.