VIDEO | In meno di un mese un omicidio e l'esplosione di un ordigno contro un'azienda: «Manca un'adeguata cultura antimafia»
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Rocco Mangiardi, testimone di giustizia chiave per la vita di Lamezia Terme e della Calabria, il primo ad indicare i suoi aguzzini in un’aula di tribunale, è diventato con il suo non piegare la testa, il suo coraggio mai ostentato ma vissuto nell’umiltà e nella determinazione, un vero e proprio simbolo.
«Poche denunce e nuove leve»
A lui abbiamo chiesto che cosa legga in quella serie di episodi che si sono riversati con violenza e in poco tempo sulla città. Prima l’omicidio in pieno centro alle sette di sera di Luigi Trovato, poi la bomba ad una piccola azienda agricola. Cronaca d’altri tempi, titoli di giornale che per anni sono stati abitudinari ma ormai scomparsi da tempo. Per il testimone di giustizia, che continua la sua attività commerciale di venditore di autoricambi, le mancate denunce che continuano ad essere una spina nel fianco della città, stanno portando a rimontare un sistema, complici nuove leve e le uscite dal carcere di chi nel frattempo ha scontato la sua pena.
«Manca un'adeguata cultura antimafia»
Ma manca secondo Mangiardi anche un’adeguata cultura antimafia, un’antimafia dei fatti e non delle parole. «Credo che la “guerra” non sia mai finita – chiarisce l’imprenditore – il male c’è sempre stato nonostante le tante operazioni di polizia che hanno fatto sì che alcune cosche venissero scardinate. Il problema di fondo è uno: il fatto che tutti noi commercianti dovremmo reagire e invece le denunce sono pochissime. Trovando poche denunce, queste nuove leve hanno avuto la strada quasi spianata intercettando chi ancora continua a pagare».
«Bisogna recuperare questi ragazzi»
«Storie belle e di esempio - ricorda Mangiardi - sono quelle come quella del forno Angotti che ha dato luce in questo buio. Ma non bastano. Si è fatto poco per recuperare questi ragazzi da giochi sporchi, per fargli delle alternative». Poi lo sfogo: «C'è un antimafia che, ultimamente, secondo me, non esiste, ha girato la faccia da un'altra parte. Il loro scopo dovrebbe essere quello di fare denunciare e parlare con questi ragazzi a rischio altrimenti non ne veniamo a capo».
«Intanto – aggiunge il testimone di giustizia - molte persone arrestate stanno iniziando ad uscire e purtroppo credo che si stiano riorganizzando. Le forze dell’ordine, pur essendo poche, stanno facendo il loro lavoro, ma dovremmo tutti metterci una mano sulla coscienza e vedere quello che non abbiamo fatto».