Quanto vale una vita umana? È la domanda che si pongono ormai da tanto tempo i familiari di Davide Divino. «Quanto ancora deve penare? La nostra famiglia è in ansia e apprensione per la sorte di mio fratello Davide, detenuto presso il carcere di Rossano ancora in attesa di essere rilasciato e mandato ai domiciliari dopo una inspiegabile e ingiustificata attesa per documentazione già in possesso della magistratura del tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria».

Ha 37 anni e una pena da scontare, ma la vita di quest’uomo è ora appesa a un filo e i tentativi di suicidio hanno allarmato una famiglia che adesso non vuole più attendere i tempi della burocrazia e della giustizia.

«Rischia la paralisi, il crollo nervoso e relativo minacciato suicidio per questo ritardo senza nessuna logica. La sua condizione è aggravata e delicatissima, tanto da aver richiesto una presa di posizione forte e umana del carcere che ha sollecitato il chirurgo che l'ha in cura a una visita urgente fissata per il 22 gennaio. Viene ancora incautamente ignorata dal Magistrato. Cosa sta aspettando? La morte? Un danno permanente? Cosa si nasconde dietro questo temporeggiare e giocare con la vita e la mente di un giovane di 37 anni già provato da 6 tentativi di suicidio, che non dorme nemmeno un’ora a notte per i dolori, vive costantemente nella depressione ed è ormai ridotto a una larva umana? Perché ancora negare ciò che spetta di diritto a Davide Divino? La vita stessa».

La famiglia chiede la scarcerazione immediata e i domiciliari «così come spettanti per legge».

«Se così non sarà, allora l'illustrissimo Procuratore Capo di Reggio Calabria avrà altro materiale molto presto su cui indagare. La pazienza per noi è finita, così come è finita per il nostro legale». Continua a leggere sul Reggino