Nella sentenza della Corte d‘Appello che ha aperto la procedura si evidenza l’andamento finanziario degli ultimi anni caratterizzato da un aumento esponenziale della posizione debitoria
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Un vortice di debiti cresciuto a dismisura. Un “buco” partito dai 4 milioni di debito consolidati nel 2019 e lievitato rapidamente oltre i 25 milioni in poco meno di quattro anni. Ci sono le scellerate gestioni Gallo e Saladini alla base della morte della Reggina 1914: gestioni faraoniche (che dimentica Menez arrivato in porto col catamarano) portate avanti senza sganciare un centesimo e limitandosi ad accumulare debiti su debiti sul groppone della società – circostanza ormai desolatamente comune a tutte o quasi le squadre professionistiche del pallone italiano – e dei tifosi, per l’arrivo di campioni (veri e presunti) dallo stipendio salatissimo.
La decisione | Pietra tombale sulla Reggina, la Corte d’Appello apre il fallimento della società della squadra amaranto
Nella sentenza con cui la Corte d’Appello di Reggio sancisce l’avvio della liquidazione della Reggina 1914, è il professionista indipendente individuato dal Tribunale a certificare lo “stato di crisi” della società amaranto dovuto ad un elevato indebitamento: «la società negli ultimi tre anni ha accumulato un notevole indebitamento che non è possibile sanare con i flussi di cassa attuali e prospettici, ponendo la società in stato di crisi. I bilanci degli ultimi quattro anni (dal 30/06/19 al 30/06/22), sebbene evidenzino una progressiva crescita dei ricavi, essi non risultano sufficienti alla copertura dei costi di gestione e si rileva purtroppo un progressivo peggioramento dell’indebitamento».
Una situazione debitoria grave e che ha continuato a peggiorare con il passare delle stagioni: «Notevole è stato l’aggravamento della posizione debitoria – riportano i giudici reggini – negli ultimi anni. Al 30 giugno 2019 i debiti erano 4,3 milioni di euro; al 30 giugno 2022 erano 16,1 milioni; al 31 dicembre 2022 i debiti erano di 23 milioni. Ulteriore aggravamento della posizione debitoria si è registrato nel periodo dal 31 dicembre 2022 ad aprile 2023 (27,1 milioni di euro). Questo notevole deterioramento dell’equilibrio finanziario della società costituisce prova evidente dello stato di crisi». Una crisi nascosta sotto il tappeto grazie ai risultati sul campo della squadra. Una crisi che è cresciuta in silenzio ma inesorabilmente, ingrassata dalla gestione sconsiderata di presidenti, amministratori e garanti della legalità. Una crisi che ha spinto la Reggina sulla soglia del dilettantismo. Il resto lo hanno fatto Lega e Federazione.