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Questa è la storia, una delle tantissime storie che ogni giorno in Italia vedono coinvolti minori alle prese con la più brutta delle situazioni possibili. E non si parla certamente del provvedimento di un giudice, che opera in primis per il bene e per la crescita sana dei bambini. No. La situazione più brutta è l’egoismo dei genitori. Che per farsi un dispetto o una vendetta innescano tutta una serie di meccanismi con al centro l’unico attore che non meriterebbe tali drammi. I figli, infatti, spesso fungono come oggetto di contesa, di strumento per estromettereQuella di qualche giorno fa, infatti, appartiene proprio a questa sfera.
Senza entrare nel merito di chi abbia più ragione dell’altro e senza nemmeno entrare nel merito di una sentenza dura, quello che più preme mettere in risalto è la vicissitudine emotiva che la piccola di 5 anni ha dovuto passare da quando è nata.
Per 3 anni sottoposta al costante interrogatorio di psichiatri, psicologi, giudici, forze dell’ordine, maestre, periti, nonni, zii e parenti che volevano giustamente saperne di più sulle rimostranze mosse alternativamente dalla madre e dal padre, che a turno intendevano far capire quanto il loro operato fosse giusto e buono.
Il video, seppur ridotto - per ragioni di tutela della dignità della piccola - a qualche istante di disperazione, è comunque esemplificativo. Per quasi 4 ore la bimba ha pianto e gridato, non comprendono la decisione del giudice. Chiaramente il suo allontanamento dalla madre è stato un trauma che difficilmente rimuoverà...