La scultura è stata riconosciuta da un discendente mentre visionava la pellicola. Al momento è parte integrante di una collezione privata a Parma ma il 17 giugno ci sarà una causa per la restituzione
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Scomparsa da Reggio Calabria negli anni ’60, ritrovata a Parma grazie ad un film e adesso contesa. Una storia singolare quella della statua di marmo raffigurante Francesco Giuseppe Monsolini, un cavaliere dell’ordine di Malta morto in battaglia, parte integrante di un monumento funebre collocato nella chiesa dell’Eremo, demolita verso la fine degli anni ‘50. La parte superiore del mausoleo, comprendente la scultura del cavaliere, sparì in circostanze poco chiare durante lavori di demolizione e costruzione della nuova chiesa. Il pezzo mancante ricomparve agli occhi dei posteri della nobile famiglia per caso diversi anni dopo, al cinema.
Il colpo di scena
Nel 2013 esce nelle sale “La migliore offerta” del regista Giuseppe Tornatore, film ambientato nel mondo del collezionismo e delle aste d’arte con protagonista Donald Sutherland e vincitore di nove Nastri d’Argento. Tra gli spettatori interessati alla pellicola l’architetto Filippo De Blasio di Palizzi, discendente dei Monsolini, il quale in diverse scene del film notò qualcosa di molto familiare: la statua scomparsa del suo avo, parte integrante della collezione privata in provincia di Parma del designer Franco Maria Ricci, confermato dai titoli di coda.
Le indagini
Senza perdere tempo De Blasio decise dunque di sporgere denuncia ai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Ambientale, i quali avviarono subito le indagini sentendo Ricci che respinse le accuse sostenendo di averla acquistata ad una fiera antiquariale per 14 milioni delle vecchie lire. Il Gip di Parma ha quindi disposto di archiviare l’inchiesta penale, trasferendo tuttavia gli atti per l’attribuzione della proprietà al tribunale civile di Reggio dove è fissata l’udienza per il prossimo 17 giugno. Da una parte la Fondazione intitolata a Franco Maria Ricci, che nel frattempo è deceduto, dall’altra l’ordine dei frati cappuccini, rappresentato dall’avvocato Franco Petrilli, che spera, così come l’architetto De Blasio, di riportare l’antico cavaliere in riva allo Stretto.