VIDEO | L'ente non è mai diventato pienamente proprietario del suolo sul quale sorge l'edificio ormai fatiscente. Inizialmente si era pensato ad un risanamento, poi il dietro front
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Qualche anno fa aveva deciso di acquisirlo per sanare l’occupazione sine titulo poi il Comune di Reggio Calabria, conti alla mano, ha cambiato idea optando per la restituzione al proprietario privato di un suolo (circa seimila cinquecento metri quadri) che detiene illegittimamente da oltre mezzo secolo.
Di quel suolo, infatti, all’epoca non era stato completato l’esproprio e quella occupazione d’urgenza per costruire la scuola, poi completata nel 1974, che entro due anni avrebbe dovuto tramutarsi in piena proprietà con la corresponsione della relativa indennità, non essendo la procedura mai stata portata a compimento, nel tempo si è trasformata in occupazione senza titolo. Ecco cosa si cela dietro la scuola Salvatore Bevacqua (indimenticato professore di matematica e disegno geometrico e anche direttore dell'antica Regia scuola Industriale di Reggio nel primo Novecento), chiusa un decennio fa a causa di svariate problematiche strutturali che nel compromettevano l'agibilità, e nel tempo vandalizzata e abbandonata all’incuria, nel zona di Modena San Giorgio Extra, a Reggio Calabria.
La sentenza del Consiglio di Stato nel 2018
Nonostante già nel 2018 un giudizio amministrativo arrivato al secondo grado abbia condannato il Comune a restituire il terreno occupato senza titolo, profilando l’alternativa dell’acquisizione sanante, a distanza di quasi quattro anni, la questione non è stata ancora risolta e la scuola versa ancora nel degrado. Una recente delibera del Commissario ad acta nominato dalla prefettura (come disposto dal Giudice in sentenza), traccia però un percorso auspicabilmente risolutivo che va verso la demolizione dell’edificio scolastico ai fini della restituzione del terreno al proprietario privato.
Somme dai mutui residui per pagare la demolizione
Qualche settimana fa il commissario ad acta nominato dalla prefettura, con i poteri della giunta comunale, al fine di dare piena attuazione alla Sentenza del Consiglio di Stato, sez. IV, del 18 maggio 2018, n. 3009/2018, dopo avere già approvato il progetto definitivo/esecutivo dell’opera denominata “Demolizione dell’edificio ex scuola media Bevacqua”, per un importo complessivo di 1.700.000 euro, ha approvato con delibera numero 120 del 21 giugno 2022, un nuovo elenco di mutui contratti con la Cassa Depostiti e Prestiti dei quali richiedere il diverso utilizzo dei residui. Tutto ciò al fine di trovare copertura per l’intervento di demolizione e non intaccare il bilancio comunale. Si tratta di somme residue di Muti contratti dal Comune reggino per opere realizzate e che hanno generato delle economie. Una volta accreditate queste somme, si potrà procedere con la pubblicazione del bando di gara per la demolizione.
Dall’intenzione di acquisire e sanare alla rinuncia
Dopo un’iniziale intenzione di sanare per completare finalmente l’esproprio e corrispondere il relativo indennizzo computato sui cinque anni precedenti alla proposizione del ricorso - intenzione formalizzata qualche anno fa con un decreto che però non aveva una copertura finanziata adeguata - lo stesso Comune si era reso conto di non riuscire a sostenere i costi dell’acquisizione sanante che avrebbero superato i cinque milioni di euro compresi gli interessi (ex articolo 42 bis del dpr 327/2001). Pertanto ha rinunciato al terreno e quindi anche alla scuola fatiscente, nel frattempo vandalizzata, segnata da incuria e abbandono e che pertanto, avrebbe comunque richiesto l’ulteriore investimento economico per adeguamento e ristrutturazione, pari a circa sei milioni di euro.
Il Comune di Reggio ha così optato per la restituzione del terreno, che però potrà avvenire solo dopo la demolizione della scuola e con una spesa pari a neppure due milioni di euro, dunque inferiore. Per un Ente, come quello di Reggio Calabria, in piano di rientro, il confronto tra le due spese – due milioni con l'aggiunta di circa trecentomila euro di indennità di occupazione a fronte degli oltre dieci milioni – è stata decisiva per scegliere come procedere per dare esecuzione alla sentenza. Questo il quadro sintetico relativo al suolo dove insiste la scuola, oggi specchio di degrado e ricettacolo di vegetazione incolta e spazzatura. Una scuola che il Comune aveva intenzione di recuperare e per la quale nel 2015 aveva anche pagato uno studio per il consolidamento. Poi la differenza di svariati milioni di euro e le ragioni economiche hanno prevalso sull’interesse di salvare una scuola ormai fantasma e in decadenza e che comunque avrebbe dovuto essere ormai ricostruita.
Parte di un’area privata molto più ampia che arriva fino all’abbandonata e un tempo bellissima Villa Guarna che si affaccia su via Sbarre Centrali, il suolo mai completamente espropriato oltre cinquant’anni fa riguarda l'estensione di 17mila metri quadri. Su oltre seimila cinquecento metri quadri il Comune ha edificato la scuola e sui restanti undicimila ha delegato l’Aterp, all’epoca Iacp, a completare l’esproprio per edificare quasi cento alloggi popolari. Anche quell'esproprio non è stato completato ma in questo caso, essendo gli alloggi oggi ancora abitati, la procedura di acquisizione sanante è andata avanti ed è adesso ancora in corso.