Il 2021 verrà certamente ricordato come l’anno in cui la gestione della sanità è ritornata sotto il controllo di un presidente eletto e, quindi, dei calabresi. Sono stati necessari sei lunghi anni di commissariamento governativo, la prima nomina risale al marzo 2015 di Massimo Scura, prima di centrare l’obiettivo raggiunto il 4 novembre scorso da Roberto Occhiuto con la benedizione del Consiglio dei Ministri. Prima di lui ci aveva tentato Mario Oliverio, che addirittura aveva minacciato di incatenarsi a Roma, e Iole Santelli che spirò però prima di assistere all’indegno spettacolo delle ripetute nomine governative.

La sanità torna nelle mani dei calabresi

La proclamazione a presidente della Regione e neppure una settimana dopo la nomina a commissario ad acta per il piano di rientro sospinta però da una sentenza sfavorevole della Consulta - che ha in parte dichiarato incostituzionale il decreto Calabria - e da un malessere strisciante causato da disservizi assistenziali, da una fuga ormai irreversibile verso altre regioni per ottenere cure mediche e da una inconcludenza gestionale che ha, infine, indotto il Governo a sollevare dall’incarico anche l’ultimo, il terzo, commissario governativo Guido Longo.

Impresa stoica

E tuttavia l’impresa che si profila innanzi al presidente-commissario appare quasi stoica, si dovrà ripartire da zero: dalle fondamenta della programmazione fino alla ricostruzione degli uffici amministrativi. Nell’ultimo tavolo di verifica interministeriale, il primo per Roberto Occhiuto, si è confermata l’assenza di qualsiasi programmazione sanitaria e di pianificazione per il contenimento della pandemia.

Gli obiettivi

Insomma, bisognerà rimetter mano al programma operativo che il presidente ha dichiarato di voler sviluppare a più ampia gittata, non solo biennale ma con obiettivi da conseguire entro il 2026; alla pianificazione anti covid e alla bonifica e ricostituzione degli uffici amministrativi del dipartimento Tutela della Salute.

La palude amministrativa

Una vera palude burocratica in cui negli anni è annegata ogni speranza di riassetto del sistema sanitario regionale: a partire dalla assistenza fino alla gestione finanziaria-contabile che perfino una inchiesta della Procura di Cosenza ha bollato quanto meno come superficiale. Il presidente ha affidato questa sfida alle cure di una donna, la neo dirigente Iole Fantozzi che si è trovata innanzi - al suo insediamento - macerie: uffici completamente disarticolati, sottorganico o con personale del tutto privo di competenze specifiche e pratiche accatastate inevase da anni. 

Dream team

Insomma, un’impresa titanica che il presidente-commissario ha deciso di accollarsi senza sconti ma circondandosi di profili di assoluta competenza. La struttura commissariale è stata completata a stretto giro: il 23 di dicembre con la nomina di Ernesto Esposito ma preceduta da quella di Maurizio Bortoletti, ai più noto come colui il quale ripianò i debiti milionari dell’Asl di Salerno. Il drem team si è arricchito poi, poco prima del termine del 2021, della ulteriore nomina di Agostino Miozzo. Un buon viatico per un viaggio che si annuncia però tutto in salita.