Presentata al Cala del Porto l'associazione nata per formare professionisti, favorire il dialogo tra operatori della ricettività, agevolare l’incontro di domanda e offerta. Parla il presidente Francesco Calzone
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Il ricordo di un amico scomparso in circostanze tragiche: l’esempio di un professionista appassionato, il barman Domenico Primerano, innamorato della vita e del suo lavoro, il cui ricordo è rimasto indelebile in tutta la comunità vibonese; la nascita di un’associazione, la Cocktails & Dreams, fondata per valorizzare la cultura del buon bere miscelato, favorire il dialogo tra operatori della ricettività, agevolare l’incontro di domanda e offerta. Questo, e molto altro, è stato il leit-motive della bella giornata di formazione e crescita professionale svoltasi, lunedì scorso, nelle sale dell’Hotel Cala del Porto di Vibo Marina, e che ha coinciso con un contest dedicato a tutti i partecipanti del corso di formazione per barman animato proprio dall’organizzazione no profit.
Una giornata di festa
L’incontro, al quale hanno preso parte una sessantina di persone, animato da musica live, luci, ed uno splendido bancone di distillati e liquori degno del miglior american bar, ha permesso di ricordare il ragazzo recentemente scomparso alla presenza dei familiari. Amici e datori di lavoro hanno voluto citarne l’amore, la passione, la curiosità, il desiderio di essere sempre aggiornato su prodotti, tendenze, opportunità. Ad animare l’evento, che ha fatto da cornice all’ufficializzazione della Cocktails & Dreams, ed alla consegna degli attestati agli allievi, è stato il deus ex machina e presidente dell’associazione Francesco Calzone. È lui ad illustrare prospettive e finalità del soggetto no profit che lo vede impegnato sia in qualità di docente che di promotore. «Quello di Domenico è un esempio di passione e amore per il lavoro che oggi ricordiamo con commozione, e che deve essere seguito da tutti quelli che vogliono proporsi al mondo della ricettività e della ristorazione con cognizione di causa. Chi vuole diventare barman deve dotarsi di strumenti e competenze che permettano di recare un vantaggio concreto all’intero settore, ed al territorio. Bere bene, bere in modo consapevole, fare un percorso di qualità, e spingere anche il consumatore a farlo. Noi vogliamo agire in tal senso, e per questo, abbiamo voluto ridar vita all’associazione che oggi festeggiamo».
Lo staff
Accanto a Francesco Calzone, dirigono il gruppo Fortunato Schiavone, Salvatore Grasso, Omar Masso. «Oggi i nostri corsi di formazione sono a Vibo, ma guardiamo anche a Reggio Calabria, e presto un nostro docente si sposterà all’Isola d’Elba», specifica il presidente. «Siamo tutti barmen con vent’anni di professione alle spalle, che hanno militato in seno ad Aibes ed Abi (Associazione italiana barmen e sostenitori e Associazione barmen italiani). Tuttavia, la necessità, per un territorio come il nostro, di poter aprire le iniziative a professionalità diverse, coordinandoci con maître di sala e personale di strutture ricettive, ci ha spinto a creare uno strumento organizzativo che ci lasciasse più libertà di movimento».
Un settore in crescita
«La crescita del turismo in Calabria, la necessità di formare personale con caratteristiche specifiche, la consapevolezza di come il professionista di sala debba conoscere, insieme alle regole del bere miscelato, anche quelle di una gestione più ampia, ci hanno fatto incamminare lungo la strada del confronto e dell’integrazione tra saperi», prosegue Calzone. «Oggi i nostri ragazzi accanto a lezioni di american bar tender, freestyle, e bar acquisiscono anche nozioni di servizio in sala, grazie alla presenza in associazione, di maître assolutamente qualificati». L’obiettivo è quello di contribuire all’autonomia professionale della regione. La richiesta di figure qualificate è moto alta. La Calabria non riesce ad essere autosufficiente, ed impiega professionisti da fuori regione in modo sistematico. Fare il barman è un lavoro bello, pulito, ed offre molte possibilità. Vogliamo convincere ei ragazzi a formarsi, per poter trovare un impiego al tempo stesso qualificante e dalle concrete possibilità occupazionali. Le nostre lezioni, i nostri corsi, il nostro attestato di qualificazione, sono un primo passo per centrare l'obiettivo. Tra l’altro, non sono corsi che si possono definire "a pagamento". «Noi chiediamo il rimborso delle spese vive, ed un contributo per tesserarsi e diventare associati. Ripeto, non siamo un’associazione che vuole fare profitto: vogliamo solo diffondere la buona cultura del buon bere, nella nostra provincia. Oggi, contiamo già una trentina di soci, con una percentuale femminile del 25/30%. In futuro, faremo lezioni di aggiornamento su temi specifici, sui cocktails e sulle tendenze del momento, ma anche visite in cantina, e degustazioni. Vogliamo crescere, e vogliamo farlo insieme al territorio.