I violini de Le Quattro Stagioni di Vivaldi scandiscono i minuti, e le parole del medico: «È urgente, è una cosa urgente!», continua a ripetere mentre le chiamate si susseguono e la musica da concerto fa da contraltare alla concitazione del momento. È il 5 marzo del 2022, alle 18.55 arriva in via Aldo Moro a Guardia Piemontese una ambulanza per soccorrere Antonio Caroccia, 72 anni, riverso in terra in stato di incoscienza.

Problemi di linea dati

Mentre si trova all’interno dell’abitazione, il medico chiama in centrale per verificare la trasmissione del tracciato Ecg, mai arrivato «per problemi di linea dati ma verosimilmente disponibile nell’Utic di Paola dove è stato refertato», certificherà poi il direttore della centrale operativa nella sua relazione. L’unità di Terapia Intensiva Cardiologica è il terzo passaggio di chiamata, qui il medico di turno sentenzia: «Ha una ischemia acuta, portalo subito a Belvedere».

Al Tirrenia Hospital

Al Tirrenia Hospital Antonio Caroccia ci arriva alle 19.40. L’ambulanza lascia il paziente nel pronto soccorso della clinica privata, dotata di posti letto di Chirurgia Vascolare, Cardiologia con Utic ed Emodinamica e proprio per queste specialità accreditata al servizio sanitario regionale. Non più tardi di un’ora (alle 20.35) dal pronto soccorso del Tirrenia Hospital un operatore sanitario contatta nuovamente la centrale operativa del 118. «Qui è stato lasciato il paziente Caroccia Antonio che ha un aneurisma addominale...», spiega, e dall’altro capo del telefono: «Un attimo rimanete in linea».

Le Quattro Stagioni 

Trascorrono i secondi e poi la risposta: «E quindi?». «E quindi ci serve il 118 per trasferirlo», replicano dal Tirrenia Hospital con tono esasperato. «Un attimo le passo il medico di centrale», ribatte l’operatrice e ripartono i violini de Le Quattro Stagioni di Vivaldi. A questo punto prende la cornetta il medico della clinica privata e chiarisce: «C’è un paziente con un aneurisma addominale di 10 centimetri, dobbiamo andare in Chirurgia Vascolare», segue un lungo silenzio.

«Mandi un'ambulanza?»

Il medico cerca di essere più esplicito: «Qua alla clinica il 118 ha portato un paziente. Abbiamo fatto la tac e ha un aneurisma soprarenale di 10 centimetri. Deve andare in Chirurgia Vascolare, quindi se mandi l’ambulanza...».
«Al momento della richiesta le postazioni dell’area tirrenica erano tutte impegnate», certificherà nella sua relazione il direttore della centrale operativa del 118, «tranne quella di Amantea prontamente attivata che prendeva in carico il paziente alle 21.48». Antonio Caroccia arriverà al pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza alle 22.37.

La corsa in sala operatoria

Immediatamente trasferito in sala operatoria non ce la farà a superare l’intervento. Nella scheda di morte dell’Istat il paziente risulta deceduto il 6 marzo all’1.30 di notte per «un aneurisma dell’aorta addominale rotto con fistola cavale» e per «arresto cardiocircolatorio».

Di notte non si vola

Certamente non sapremo mai, né è possibile sostenere a posteriori, se un trasferimento maggiormente tempestivo sarebbe bastato ad invertire il corso degli eventi ma in calce alla relazione vergata dal direttore della centrale operativa si legge una non secondaria precisazione: «Relativamente all’impiego dell’elisoccorso di Cosenza si precisa che non era operativo per scadenza effemeridi (il tramonto, ndr). Inoltre, non poteva essere utilizzato per il trasferimento secondario notturno l’elisoccorso di Lamezia Terme perché coinvolte elisuperfici non abilitate al volo notturno (Belvedere e Cosenza)».

In effetti, in Calabria sono solo due le elisuperfici autorizzate dall’Enac ad effettuare i voli notturni, Locri e Polistena, se si esclude l’elisoccorso di Lamezia Terme che sfrutta gli spazi della stazione aeroportuale. L'ospedale Annunziata di Cosenza ha chiesto l'autorizzazione che risulta ancora in itinere. Tutte le altre non rispettano i requisiti minimi e, pertanto, eseguono trasferimenti solo in orari diurni fino alla scadenza, appunto, delle effemeridi.

Nel lontano 2012

Ma la necessità di incrementare il numero di elisuperfici «a servizio delle comunità isolate, con particolare riferimento ai voli notturni (h24)» era già stata messa nero su bianco nel documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti redatto nel lontano 2012, come allegato al dpgr 94. Da allora, però, poco è cambiato.

La denuncia

A distanza di quasi un anno dalla morte del padre, è la figlia di Antonio Caroccia a rendere noto il caso. «Ho deciso di raccontare quello che è successo perché in un paese civile non si può tollerare che un'ambulanza arrivi dopo circa tre ore e mezzo, né che l'elisoccorso si fermi nelle ore di buio» spiega Valentina Caroccia. «Credo che sia giusto farlo perché chi di competenza – dal nostro presidente della Regione, ai dirigenti e ai commissari - ha il dovere di fare qualcosa per la vergognosa sanità calabrese e si assumano le responsabilità per tutti gli episodi di malasanità che hanno visto coinvolto non solo mio padre ma purtroppo anche altre persone».

«Lo devo a mio padre»

Il caso è stato segnalato alla Procura di Paola, alla Procura di Cosenza e al ministero della Salute che ha chiesto alla Regione Calabria di relazionare. «Ho deciso di raccontare quello che è successo perché lo devo a mio padre, uomo giusto ed onesto che mi ha insegnato a lottare per quello in cui credo e ne sono immensamente fiera», conclude Valentina.