Il 25 agosto la Volkswagen su cui la ragazza viaggiava insieme a Mario Molinari finì nella scarpata per evitare un altro veicolo proveniente dalla direzione opposta: a bordo un uomo e una donna mai identificati
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Perché il 25 agosto del 2024 l’auto su cui viaggiano Ilaria Mirabelli e Mario Molinari finisce fuori strada? È il prologo alla tragedia di Lorica, un capitolo cruciale della vicenda rimasto fin qui senza una spiegazione. Solo in apparenza, però. Cosa fosse accaduto, gli investigatori lo sapevano benissimo già dalle prime ore. E a quasi sei mesi da quei fatti, lo sappiamo anche noi. La verità rimasta fin qui in ombra è che, quel giorno, la Volkswagen Up finisce nella scarpata, in località Barracchelle, per evitare un altro veicolo che proveniva dalla direzione opposta.
A bordo di quest’auto “fantasma”, c’erano un uomo e una donna. Della loro presenza a Lorica, a dramma ormai consumatosi, ne dà atto il vigile del fuoco che, dopo l’incidente, si ferma per prestare soccorso al sopravvissuto. Per sei mesi, si è ritenuto che fosse lui il primo testimone intervenuto sulla scena del dramma. In realtà, era solo il secondo.
Quel pomeriggio, arresta la sua marcia proprio perché sollecitato da un uomo e una donna che si sbracciano a bordo strada per attirare la sua attenzione. A lui, la coppia racconta quanto avvenuto poco prima: a loro dire, la Volkswagen con a bordo Ilaria e Mario aveva invaso la loro corsia, rischiando di finirgli addosso. L’uomo sostiene di aver suonato il clacson per segnalare il pericolo al conducente e quest’ultimo, rientrando bruscamente nella sua parte di carreggiata, avrebbe perso il controllo del mezzo, finendo così fuori strada.
È una testimonianza resa a caldo, ma che non sarà rinverdita davanti ai magistrati. Poco dopo, infatti, l’uomo e la donna risalgono in auto e abbandonano la scena dell’incidente. Il vigile del fuoco non fa caso a loro tant’è che, a quanto pare, non ha fornito elementi utili alla loro identificazione.
Perché fuggono? Come mai, nonostante il clamore mediatico sollevato dalla vicenda, nessuno di loro ha avvertito, in seguito, la necessità di presentarsi al cospetto degli inquirenti? L’unica certezza è che, a tutt’oggi, proprio questo Mister X e la sua compagna sono i personaggi chiave del giallo di Lorica, coloro i quali, più di chiunque altro, potrebbero risolvere l’enigma principe della vicenda: chi c’era al volante della Volkwagen up?
Al momento, dicevamo, non sembrano esserci indizi a sufficienza per poterli rintracciare. E se ci sono, a fornirli non sarà Mario Molinari. Nessuna menzione, da parte sua, al mancato scontro frontale che avrebbe fatto da prologo alla morte di Ilaria. Niente, neanche il minimo accenno a strombazzate di clacson et similaria. Ancora oggi, infatti, l’uomo afferma di non avere una spiegazione del perché la sua fidanzata – Molinari sostiene che fosse lei alla guida – sia uscita di strada. Sonnecchiava nel momento fatale, forse perché intontito dal cibo, dall’alcol e dagli stupefacenti. E così non si è accorto di nulla.
Perché, allora, questa coppia di automobilisti ha deciso di rendersi invisibile, pur sapendo che proprio dalle loro indicazioni passa la soluzione del mistero?
Una spiegazione possibile, l’ultima e forse la più inquietante, è che neanche loro la raccontino giusta. È un’ipotesi adombrata anche dalla difesa di Molinari e che, per il momento, rimane sullo sfondo, irrisolta e indimostrata. Quel giorno, potrebbe non essere stata l’auto di Mario e Ilaria a invadere la corsia di marcia opposta, piuttosto potrebbe essere avvenuto il contrario; e che per schivare l’ostacolo, la Volkswagen abbia terminato poi la propria corsa in fondo alla scarpata.
Possibile o no, l’unico in grado di fare chiarezza è proprio lui, il fantomatico automobilista di passaggio, protagonista, suo malgrado, di un mistero da cui ha scelto di sottrarsi. Un buon motivo in più per rintracciarlo. E sentire cos’ha da dire al riguardo.