VIDEO | Il dolore e il sogno infranto di Anna e Daniele. Il legale al quale si sono affidati: «Abbiamo deciso di sporgere denuncia non per ricercare i colpevoli ma per dare risposte a questa coppia nel giro di 24 ore che è stata prima rassicurata dai medici per poi perdere la bambina»
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«Si consiglia il ricovero», è questa la frase finale che si legge nel referto del medico del reparto di ginecologia dell'ospedale di Vibo Valentia che la sera del 23 giugno scorso visita Anna, la donna di Briatico al quarto mese di gravidanza che il giorno seguente perderà il suo feto.
E allora, se il dottore consigliava il ricovero, perché quella sera Anna è stata rimandata a casa? È uno dei primi interrogativi che si pone l'avvocato Giacomo Franzoni del foro di Vibo Valentia. A lui la giovane coppia si è affidata per fare luce sul decesso in grembo della loro prima figlia. Un distacco della placenta la probabile causa della morte del feto, almeno così hanno riferito i medici. Eppure Anna per ben due volte era stata all'ospedale.
La sera del 23 giugno la donna giunge allo Jazzolino insieme al marito Daniele. Accusa forti dolori al basso ventre. Solo una cistite, le dicono dalla Ginecologia, la bimba è in salute, un po’ di riposo e tutto tornerà a posto. All'alba del mattino successivo ritornano i dolori. Dall'ospedale consigliano di assumere un antispastico.
Il sollievo dura poche ore e la situazione precipita nuovamente. Ritorna in ospedale, questa volta l'accompagna sua cognata. Sottoposta a controllo, le viene detto che nonostante il dolore lancinante, la gravidanza procede regolarmente. Sono le 12.30 del 24 giugno. Passa un'ora e la situazione precipita.
Davide riceve una telefonata. C'è Anna dall'altro capo del telefono: «Chiama tuo fratello – dice - ti spiegherà lui». Daniele ricorda ogni dettaglio di quei tragici momenti: «Stavo rientrando da Lamezia, erano le due del pomeriggio, è stato mio fratello a darmi la notizia che mai avrei voluto ricevere: Tua figlia è morta ha ripetuto più volte. Poi il buio».
Il sogno di diventare padre si infrange. Veronica, così avevano deciso di chiamarla, sarebbe dovuta nascere a novembre. Una gravidanza desiderata.
La coppia era infatti dovuta ricorrere al centro per la procreazione assistita del Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Dopo mesi di sacrifici e terapie, il 12 marzo l'attesa notizia. Anna è incinta. Una gravidanza regolare fino al 23 giugno scorso. «Mia figlia si poteva salvare?» si domanda Daniele. «Perché i medici non si sono accorti del dramma che si stava consumando? Anna piange notte e giorno, non si dà pace, è distrutta» dice con la voce rotta dal pianto.
Sarà l'autorità giudiziaria a chiarire ogni dubbio. «Abbiamo deciso di sporgere denuncia - spiega l’avvocato Giacomo Franzoni – non per ricercare i colpevoli, ma per dare risposte a questa coppia che nel giro di 24 ore è stata prima rassicurata dai medici per poi perdere la figlia». È lo stesso legale a farci notare il dettaglio sul referto che alla luce dei fatti, appare inquietante: «Allegato al referto del pronto soccorso c'è un altro foglio con la consulenza ginecologica. L'ultima riga riporta la seguente dicitura: "Si consiglia il ricovero". Perché questa raccomandazione è stata disattesa?»