La società privata aveva respinto lo scorso 22 maggio i camion ai cancelli perché sprovvisti del certificato di caratterizzazione degli scarti
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Il contenzioso sarà vagliato nel merito il prossimo 24 giugno ma nel frattempo la discarica privata di Celico, di proprietà del gruppo Vrenna, dovrà continuare ad accogliere i rifiuti provenienti dagli impianti di trattamento calabresi. Così ha deciso il Tar Calabria nel decreto che ha nei fatti rigettato l'istanza di sospensiva avanzata dalla società Waste, gestore della discarica privata di Celico. La società ha infatti avanzato ricorso per ottenere l'annullamento dell'ordinanza contingibile e urgente varata dalla presidente della Regione, Jole Santelli, che prevede l'assoggettamento della discarica privata al sistema pubblico. Con quel provvedimento la Regione ordina all'impianto di Celico di accogliere 300 tonnellate di rifiuti al giorno provenienti da tutte le province della Calabria e, in particolare, da Catanzaro, Siderno e Gioia Tauro.
Il rigetto dell'istanza
I giudici amministrativi hanno però rigettato l'istanza di sospensiva dell'efficacia del provvedimento riservandosi di entrare nel merito del contenzioso nella camera di consiglio fissata per il prossimo 24 giugno. Ma nel decreto vi sono già i germi del potenziale esito della controversia tra pubblico e privato. Secondo il Tar l'ordinanza emanata dalla Regione non è "sproporzionata sul piano della comparazione degli interessi pubblici e privati in conflitto, tenuto conto del fatto che la raccolta e il trattamento dei rifiuti sostanziano un servizio pubblico essenziale che non può evidentemente subire interruzioni".
Il braccio di ferro tra pubblico e privato
Il braccio di ferro tra la Regione e la discarica privata di Celico era scoppiata il 22 maggio, quando la Cittadella nel disporre il piano dei flussi aveva programmato conferimenti nel sito di proprietà del gruppo Vrenna per 300 tonnellate al giorno: 40 provenienti da Siderno, 40 da Gioia Tauro e 80 da Catanzaro. Quella mattina però la discarica di Celico bloccò gli automezzi all'ingresso perchè sprovvisti del certificato di caratterizzazione del rifiuto. Una procedura che la Regione aveva concordato con gli impianti di trattamento di portare a buon fine nelle more dei conferimenti ma che ha trovato la secca opposizione della società privata che non ha infine consentito ai camion di oltrepassare i cancelli della discarica. Il rigetto della sospensiva contempla anche questo aspetto: gli impianti di trattamento potranno conferire gli scarti "nelle more del perfezionamento dell'eventuale procedura di omologa".