L'ex consigliere regionale dovrà risarcire 250mila euro. Adesso anche il suo Comune lo scarica: deve lasciare l'incarico con le buone o con le cattive
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La condanna per danno erariale, già passata in giudicato, inflitta dalla Corte dei Conti all'ex consigliere regionale Giulio Serra, costerà all'esponente politico la poltrona di vicesindaco di San Marco Argentano. La maggioranza consiliare del comune cosentino, infatti, ha chiesto a Serra di dimettersi. Ma nel caso in cui non dovesse accettare l'invito, il sindaco Virginia Mariotti procederà comunque alla revoca delle deleghe.
Danni per 250 mila euro
Giulio Serra, in qualità di capogruppo a Palazzo Campanella di Insieme per la Calabria, è stato coinvolto nella inchiesta Rimborsopoli. I giudici contabili gli hanno imposto di risarcire il Consiglio Regionale per un importo pari a 252 mila euro. Somma questa attinta dai fondi pubblici trasferiti al gruppo consiliare e spesi, scrivono i magistrati, in modo negligente, senza adeguata rendicontazione ed in maniera incoerente rispetto alle finalità istituzionali cui erano destinati.
Opportuno un passo indietro
La vicenda, come detto, avrà strascichi anche sul ruolo di vicesindaco ricoperto da Serra nella giunta consiliare di San Marco Argentano. Il primo cittadino Virginia Mariotti, insieme agli assessori Finisia Di Cianni e Aquilina Mileti ed ai consiglieri Antonio Artusi, Elvira Zecca e Sandra Ziccarelli, componenti del gruppo di maggioranza Popolari e Democratici, a margine di una riunione hanno chiesto a Serra di fare un passo indietro per ragioni di opportunità politica e per tutelare l'immagine del Comune, della cittadinanza e dell'intero gruppo consiliare.
Incompatibile con la carica
L'istanza l'hanno messa nero su bianco: «Non è nostro compito - scrivono nella nota - fare processi che in altre sedi hanno già trovato il loro naturale svolgimento ed esito. Subire una condanna per danno erariale e per un importo così rilevante ha sicuramente una valenza politica negativa per tutta la comunità sammarchese e per l'Ente». In sostanza, i sottoscrittori del documento sostengono che tale condanna sia incompatibile con le funzioni di amministratore pubblico. Poi la velata minaccia: «Qualora il vicesindaco non ritenesse opportuno accogliere l'invito, il sindaco sarà costretto ad adottare un provvedimento di revoca delle deleghe conferite». Insomma Giulio Serra è fuori dal Comune, con le buone o con le cattive.