VIDEO | L'iniziativa è nata dall'idea di un commerciante ucraino. I lametini arrivano con le mani cariche, a piedi, in auto o con furgoni. Ognuno vuole fare la sua parte
Tutti gli articoli di Cronaca
Nasce dall’idea di un commerciante ucraino il punto di raccolta di beni di prima necessità e medicinali da destinare alla popolazione Ucraina colpita dalla guerra. A Lamezia Terme, a pochi passi da piazza Mazzini, luogo diventato ormai il centro di un articolato e variegato via via di stranieri, che spesso hanno casa proprio nella zona, Stanislav Schevchenko in un magazzino di pochi metri quadrati ha allestito un vero e proprio punto di riferimento per chi vuole dare una mano.
Nata da pochi giorni, la raccolta si sta ampliando sempre di più e ottenendo un’ottima risposta dalla comunità lametina. Ecco perché si sta pensando di realizzare una vera e propria associazione che curi tutti gli aspetti di quello che sta diventando un cordone umanitario.
Una catena di volontari, insomma, che si allaccia ad altre associazioni e gruppi per arrivare in Ucraina nelle zone più colpite e smistare quanto raccolto.
«È gradito il cibo confezionato per bambini, omogeneizzati, pannolini. Molti bambini sono in orfanotrofio - ci spiega una volontaria -. Grazie a tutti i cittadini che ci stanno dando una mano. Ricordiamo che abbiamo bisogno anche di medicine, da quelle generiche agli antibiotici, garze, cotone e tutta ciò che serve in un momento di emergenza».
Il punto di raccolta funziona da mattina a sera ininterrottamente, con una forza di volontà ed un’energia incalcolabile che vede unita la comunità ucraina agli italiani. Italiani che arrivano a donare a piedi, con furgoncini e in auto. Si spera nella pace ma nel frattempo ci si adopera senza sosta per fare la propria parte. I movimenti sono veloci, rapidi, quasi frenetici. Gli scatoloni vengono montati in pochi secondi e riempiti, altra merce viene messa sugli scaffali, si controllano buste e contenuto.
È come se la guerra fosse a pochi passi e non così lontana e non ci fosse un attimo da perdere. Olga, da venti anni a Lamezia, ma di origine Ucraina ci racconta con le lacrime agli occhi: «Stiamo molto male quando vediamo quello che sta succedendo. Vedere una cosa distrutta per noi significa vedere andare in rovina la nostra terra, il nostro paese. Non ci aspettavamo tanta solidarietà da Lamezia. Grazie tante perché ognuno sta cercando di aiutare in qualche modo».