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Li riconosci subito. Li distingui dai randagi dallo sguardo pieno di dolore, dalle orecchie basse, dalla camminata lenta. Da come spesso rincorrono le macchine o non si spostano dall’esatto punto in cui chi credevano essere il loro amore più grande, li ha lasciati. Sono i cani vittime di abbandono. In tanti, troppi, sia per i luoghi ad alta densità di traffico in cui vengono lasciati, che per le scarse capacità di orientamento dovute all’essere stati sempre in case o giardini, finiscono per essere investiti e morire.
E purtroppo la Calabria ha un primato anche in questo. Insieme alla Puglia, alla Sardegna e alla Sicilia, la punta dello Stivale è tra le regioni in cui sono morti o sono stati feriti più animali. In Italia sono stati in tutto 2 mila 400. A raccogliere i dati l'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente (Aidaa), che ha usufruito sia delle segnalazioni raccolte tramite il proprio telefono amico, che attraverso le società di gestione delle autostrade e delle strade statali e provinciali italiane. Tra il 20 giugno e il 31 agosto, secondo l’indagine, sarebbero stati investiti 2.435 cani, di cui 435 sono morti.
E solo in 446 casi gli automobilisti coinvolti in questi incidenti «si sono fermati per soccorre gli animali feriti o per accertarne la morte - spiega l’Aidaa - nonostante il soccorso agli animali investiti sia una regola del codice della strada».