VIDEO | Le naturali sorgenti sulfuree di Caronte, a Lamezia, continuano ad attirare visitatori che si concedono bagni di fango e abluzioni ma case, bar e alberghi scontano i disagi di un razionamento che in estate acuisce i disagi
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Caronte, località di Lamezia Terme che con le sue acque sulfuree dà il nome alla città. Lì, in quella che in gergo popolare viene chiamata “gurna” si ritrovano tutto l’anno turisti e residenti per godere delle calde e curative acque e dei fanghi.
Un via vai che d’estate si infittisce. Peccato che da due anni a questa parte proprio nei mesi caldi i rubinetti rimangano a secco, bloccando il lavoro di chi ha attività commerciali o non permettendo anche una semplice doccia a chi ha goduto delle acque dal notorio odore decisamente sgradevole.
Lo denunciano gli stessi cittadini e operatori stanchi di dovere ricorrere all’autoclave spendendo in elettricità e non solo, senza contare che non tutti possono affrontare la spesa. «È penalizzante – ci ha detto Nicola Calidonna, titolare di un bar ed ex consigliere comunale – chiudere l’acqua in una zona turistica alle cinque del pomeriggio. Dovrebbero lasciarla almeno fino alle nove. Chi lavora ha il diritto di tornare a casa e farsi una doccia. Di disagi ce ne sono tanti. Io che ho un bar e un ristorante non riesco a far fronte a tutto con la sola riserva d’acqua».
Ci sono poi i turisti, risorse preziose per un territorio come quello lametino. «C’è chi ha preso stanze in affitto o alloggia negli alberghi della zona senza possibilità di farsi una doccia. Tanti anche quelli che usufruiscono della vasca nelle ore notturne e che al rientro hanno trovato i rubinetti a secco» testimonia Luigi Serafino Gallo.
«Ormai è una consuetudine – ci dice una cittadina – l’acqua viene mandata due ore al mattino e poi viene staccata. Più volte sono dovuta andare a protestare». Insomma, un ennesimo paradosso nostrano. Quando un’area di solito bistrattata e dimenticata come quella di Caronte conosce il suo periodo di maggiore affollamento i servizi vengono tagliati anziché potenziati, costringendo alla resa chi da tempo spero di fare decollare la zona.
Un’area mal collegata, con pochissimi mezzi pubblici che possano permettere a chi usufruisce delle terme, la vasca pubblica e lo stabilimento privato, di potersi muovere autonomamente. Stessa sorte per i turisti stranieri che non mancano ma che senza auto sono tagliati fuori dal centro della città e isolati.