Una vita di sofferenze: trapianti, dialisi tre volte a settimana ma l’Inps gli nega l’assegno

VIDEO | Antonio è nato con un rene solo. Oggi ha 40 anni ed è costretto a sottoporsi alla “pulizia” del sangue a giorni alterni. Per raggiungere Lamezia da Jacursi dove vive spende 300 euro al mese ma l’Istituto di previdenza ha rifiutato la richiesta di accompagnamento. Il suo appello e quello della sua famiglia: «Avere la possibilità di curarsi è un diritto»

di Tiziana Bagnato
12 febbraio 2020
17:46

Trecento euro, tanti ne occorrono per accompagnare Antonio, 40 anni tra poco, la maggior parte dei quali trascorsi in ospedali e viaggi della speranza a fare la dialisi da Jacurso, nel Lametino, all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.

Una cifra che la sua famiglia non ce la fa più a sostenere, mentre l’Inps ha negato l’indennità di accompagnamento e quella di invalidità supera di poco i 200 euro. Una beffa ad una vita di sofferenze e sacrifici. Antonio è un miracolato, nato con un solo rene ha subito ben tre trapianti. I primi due sono stati seguiti da un rigetto dopo poco, il terzo nel 2003 gli ha finalmente dato un po’ di sollievo.


La dialisi a Lamezia

Ma da un anno ha dovuto riprendere la dialisi ben 3 volte a settimana, è la sua unica speranza di vita e quella cifra destinata ad un’associazione che si occupa del trasporto da e per l’ospedale sta diventando insostenibile.

 

Soluzioni alternative non ce ne sono: la madre non guida, il padre è malato, Antonio non riesce a guidare, ha il braccio mal ridotto, le dita delle mani che non si piegano e, soprattutto, ci spiega, quando torna dalla dialisi è sfiancato, non riesce nemmeno a stare in piedi, evita perfino di mangiare e va a letto.

Una vita di trapianti e sofferenza

Antonio fa dialisi da quando aveva cinque anni, il suo è un corpo provato, logorato, consumato. Così come lo è la sua famiglia, impegnata da sempre nel tentativo di salvargli la vita. La madre Franca è una leonessa, lotta con le unghie e con i denti per quel bambino ora diventato un uomo verso il quale il destino non è stato per nulla generoso.

 

Il terzo trapianto sembrava avere chiuso un doloroso capitolo, ma quel rene ha funzionato per sedici anni, poi non ce l’ha fatta più e così è tornata per Antonio la dialisi. Jacurso dista dalla Città della Piana 21 chilometri, ma molti di questi sono curve e tornanti. Un percorso non semplice, ancora di più con il maltempo, impossibile da praticare per chi ha un braccio e una mano non pienamente funzionali e dopo un ciclo di dialisi e pesantemente spossati.

 

Antonio e la madre chiedono un sostegno alle istituzioni per potere avere garantito il diritto alla salute. «Cosa accadrà di mio figlio quando non potrò più pagare? Morirà?» si domanda la signora Franca.

 

Giornalista
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