I disegni del presidente Erdogan sull'islamizzazione della ex basilica turca scuotono le coscienze ortodosse di Calabria, che si incontrano nel Reggino
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Anche in Calabria, è arrivata l’eco dei venti di tempesta ideologica che da giorni scuotono il Bosforo. L’Occidente cristiano, intorpidito da mesi di distanziamento da Covid 19, è agitato pesantemente dalle provocazioni del presidente turco Erdogan sull’annunciata “re-islamizzazione” della ex basilica di Santa Sofia di Istanbul. Il luogo simbolo del dialogo tra religioni, nata chiesa, divenuta moschea, e trasformata in museo dal premier Ataturk nel 1931, tornerà ad essere luogo di culto esclusivamente musulmano: l’annuncio, in realtà atteso dallo scorso anno, è del 10 luglio: e a nulla sono valse le levate di scudi, su tutti, di Unione Europea, Stati Uniti e Grecia: ai quali si è aggiunto l'appello preoccupato dell'Unesco.
San Giovanni Theristis
Se le comunità cristiane di tutto il mondo, ed ortodosse in particolare - si interrogano sul futuro del complesso monumentale, anche in Calabria il Comune di Bivongi si attiva con una iniziativa ad hoc, fatta propria dal Club per l’Unesco di Tropea. Il piccolo centro del reggino è difatti sede del monastero ortodosso di San Giovanni Theristis, animatoda una comunità monastica appartenente alla Diocesi romena ortodossa d'Italia.
Una call to action per Santa Sofia
Domenica, grazie soprattutto all’impegno dello ieromonaco padre Nilo Vatopedinos, si è potuto dar vita ad una “call to action” aperta agli esponenti del mondo religioso e culturale della regione: l’incontro «L’incidenza di Santa Sofia di Costantinopoli in Istanbul nell’identità culturale della Sicilia e della Calabria». L’appuntamento, alle ore 17, è nella sala ricreativa del centro Margherita di Bivongi. «Tra i monumenti inseriti nel World Heritage Center dell’Unesco, lo storico tempio di Santa Sofia ad Istanbul segna indelebilmente l’identità culturale siciliana e calabrese – si legge nell’invito -. Peraltro le nostre regioni proseguono ancora oggi a recepire la dinamica presenza di nuovi cittadini, provenienti dall’Oriente Islamico o Cristiano Ortodosso. Il dibattito internazionale in merito alla destinazione odierna della celebre basilica giustinianea di Santa Sofia induce a riflettere insieme sull’argomento».
Gli ortodossi di Calabria
Un segnale forte, che vuole rivitalizzare un dibattito culturale e politico prima che religioso, che tocca profondamente la nutrita ed influente minoranza ortodossa della Calabria. Fine ultimo, condiviso dai promotori, quello di sensibilizzare le autorità locali prima, e nazionali poi, affinché prendano consapevolezza dei rischi intercorrenti dall’escalation aggressiva della politica interna del dittatore turco, volta ad assicurarsi il favore degli ultranazionalisti, e tale da mettere a rischio uno dei simboli dell’integrazione e del dialogo religioso.