Tutta Palmi si mobilita per Gino e Concetta Vincenzi, una coppia di anziani invalidi, che, positivi al covid, sono da 10 giorni chiusi in casa con un quadro clinico che secondo l’Asp di Reggio Calabria non sarebbe grave fino al punto da poterli ricoverarli. Solo il figlio Fabio arriva fino al pianerottolo per portare le medicine, mentre come da protocollo gli operatori dell’Usca vanno a trovarli ogni 2 giorni, e il sindaco Giuseppe Ranuccio è costretto a emettere una ordinanza in cui chiede «all’Asp di provvedere o mandando personale che può assisterli quotidianamente, oppure organizzando un ricovero».

La coppia vive in un limbo destabilizzante che mette a nudo le difficoltà di un sistema che dopo aver creato in ritardo i covid hotel, che risultano quasi vuoti, non modifica le proprie indicazioni, né riesce a specificare se vi siano degli Oss che, essendo vaccinati, possano entrare in casa e aiutare i due nella gestione di un quadro clinico influenzato da malattie pregresse. Lui, infatti, ha una malattia neurodegenerativa ed è la moglie che normalmente si occupa di ricordare le cure che deve fare tutti i giorni, pur essendo lei stessa malata al punto che non riesce a camminare autonomamente: sono invalidi al 100%.

Nell’esposto presentato ai carabinieri, Fabio Vincenzi ha illustrato un quadro paradossale e drammatico – da quando è lui a dover pensare a come rifornire di farmaci i genitori – che il sindaco ha sintetizzato in maniera preoccupata: «Sono soli e pressochè abbandonati». Da quando il sindaco ha emesso l’ordinanza per obbligare l’Asp a intervenire, nessuna risposta gli è arrivata – anche dopo aver scritto in prefettura – e nella Calabria intenta a raddrizzare un piano vaccinale che sembra faidatè, il caso di Gino e Concetta riporta drammaticamente indietro il calendario della pandemia: neanche l’assistenza domiciliare continua a mostrare falle significative.