La questione degli atti intimidatori ad amministratori e sindaci torna di estrema attualità. Si chiede una maggiore attenzione dello Stato nei confronti di chi è il primo suo rappresentante nei territori. A lanciare l’appello è il sindaco di Cassano Gianni Papasso, delegato dell’Anci Calabria, all’indomani del grave atto subito dal primo cittadino di Crosia, Antonio Russo, la cui residenza estiva è stata incendiata da ignoti, vicenda sulla quale sono in corso le indagini dei carabinieri della stazione di Crosia.

«Sui sindaci si scaricano una serie di tensioni e di responsabilità, per non parlare delle insoddisfazioni dei cittadini, tutti elementi che ci rendono vulnerabili. C’è bisogno di maggiore protezione e considerazione nei nostri confronti». Papasso rivolge un invito anche alla politica: «Capita che le forze di opposizione pubblicamente accusino i sindaci di responsabilità che nella realtà non cadrebbero su di loro, strumentalizzando le argomentazioni. Tutto questo esaspera gli animi, alimentando molto spesso rancori che producono effetti nefasti e delittuosi».

Il rappresentante dell’Anci si rivolge a tutti i suoi colleghi e li incita ad andare avanti nonostante tutto. Ma le istituzioni preposte non devono sottovalutare le segnalazioni che giungono dai primi cittadini: «Quando un amministratore presenta una denuncia, si deve prestare attenzione alle sue dichiarazioni, non deve essere sottovalutato né quella segnalazione deve cadere nel vuoto, perché se si stabiliscono delle conseguenze, pubblicamente passa il messaggio che il sindaco è protetto dallo Stato».

Nella Sibaritide e nel Pollino diventa sempre più difficile amministrare la cosa pubblica. Troppe le tensioni sociali, molte determinate dalla crisi economica: «Si avverte una cappa. La mancanza di una economia florida produce disoccupazione e instabilità. Molto spesso i sindaci non sono in grado di trovare delle soluzioni, c’è quindi bisogno dell’intervento dello Stato attraverso la Regione, maggiore consapevolezza di attenzionare una terra che è ricca, ma vive da povera».