«La sanità calabrese è a terra e la situazione è molto più pesante di quanto immaginavamo. Ce lo indica l’interdizione per un anno dai pubblici uffici, nell’ambito dell’inchiesta Sistema Cosenza appena notificata agli ex commissari Massimo Scura a Saverio Cotticelli, come ai dirigenti regionali Antonio Belcastro, Vincenzo Ferrari e Bruno Zito». È quanto afferma il deputato del Gruppo misto Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.

«Lo dico – puntualizza il parlamentare – a prescindere degli eventuali, successivi risvolti penali dell’inchiesta in argomento. A conferma delle mie denunce e battaglie inascoltate dalla politica, questo provvedimento interdittivo indica che, al di là dell’estraneità o della responsabilità degli indagati, ancora da accertare, la gestione della sanità calabrese non può ritenersi affidabile ed efficace, soprattutto per quanto concerne i controlli sulla spesa e i conti delle aziende del Servizio sanitario regionale. Il provvedimento, poi, ci fa capire che è necessario e urgente andare oltre ben le misure previste dall’ultima “legge Calabria”, peraltro inattuata per la mancata nomina dei sub-commissari ad acta e la mancata assegnazione del personale a supporto del commissario Longo. Ancora, sul piano politico e morale lo stesso provvedimento obbliga il nuovo governo, presieduto da Mario Draghi, ad occuparsi del Servizio sanitario della Calabria in maniera molto più convinta, con scelte e strumenti che vanno discussi al più presto in commissione e in parlamento».

«In caso contrario – prosegue il deputato del Gruppo misto – la nuova, ampia maggioranza di governo dimostrerebbe di non voler affrontare il problema in tutta la sua gravità, dimostrerebbe imperdonabile indifferenza verso i malati calabresi». «A breve – conclude Sapia – presenterò una proposta di legge per istituire una commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione del Servizio sanitario della Calabria, perché la verità deve emergere al di là delle specifiche questioni penali, di cui deve occuparsi la magistratura come potere autonomo».