Inchiesta rifiuti a Vibo, sentito un altro ex assessore comunale

Dopo Giuseppe Russo è stato ascoltato dai carabinieri della Procura anche Antonio Schuticchio che deteneva le deleghe all'Ambiente. L’indagine mira a fare luce sui disservizi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi

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di G. B.
6 settembre 2018
16:59

Due ore di interrogatorio oggi dinanzi alla sezione di polizia giudiziaria, aliquota carabinieri “Nucleo Ambiente” della Procura, per l’ex assessore comunale Antonio Scuticchio. Un’indagine che mira a far luce sul caos rifiuti in città e nelle frazioni, iniziato ad aprile e che ha registrato le maggiori criticità in questo mese di agosto, e che abbraccia l’intero capitolato d’appalto, del valore di 10 milioni di euro in tre anni aggiudicato dalla ditta Dusty di Catania. Antonio Scuticchio ha ricoperto l’incarico di assessore comunale all’Ambiente, chiamato dal sindaco Elio Costa, dal 18 gennaio 2016 al 24 luglio 2017. Un arco temporale che ha visto succedersi due ditte nell’appalto per la raccolta dei rifiuti in città e la pulizia di strade, aiuole, aree cimiteriali, spiagge comunali e marciapiedi: la Ased di Melito Porto Salvo dal dicembre 2015 al dicembre 2016 - ed il cui titolare Rosario Azzarà è rimasto coinvolto (arrestato e poi scarcerato nel dicembre 2016) in altra inchiesta della Dda di Reggio Calabria denominata “Ecosistema” - e quindi la ditta Dusty. 

 


Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sull’interrogatorio e sugli argomenti trattati, ma è chiaro che molti possono essere stati i chiarimenti offerti dall’ex assessore Antonio Scuticchio, utili alla prosecuzione delle indagini che mira ad individuare le responsabilità penali per lo stato di degrado in cui è precipitato il territorio comunale nel mese di agosto e, che solo da qualche giorno - dopo l’avvio dell'inchiesta seguita in prima persona dal procuratore Bruno Giordano- ha visto la rimozione della parte più consistente di rifiuti ammassati un po’ ovunque nella città capoluogo e nelle frazioni. 

 

Al vaglio degli investigatori, una gran mole di documenti acquisitianche ieri a “palazzo Luigi Razza” e che seguono leescussioni della dirigente del settore “Ambiente del Comune Adriana Teti, del comandante della polizia municipale Filippo Nesci, di diversi dipendenti e funzionari dello stesso settore guidato dalla Teti e di Davide Golino, direttore tecnico della ditta Dusty. Ascoltati anche diversi operai della ditta che, dalla loro particolare e privilegiata visuale, hanno potuto spiegare agli inquirenti cosa si è inceppato sul "campo" in ordine al corretto espletamento del servizio. Alfonso Colaci, invece, funzionario del settore Ambiente di “palazzo Luigi Razza, che aveva il compito specifico di vigilare sull’attività della ditta Dusty, si èdimesso dall’incarico martedì a distanza di poco tempo dal suo interrogatorio dinanzi agli investigatori. Antonio Scuticchio non è il solo assessore all’Ambiente ascoltato comparso sinora come persona informata sui fatti dinanzi agli uomini guidati dalluogotenente Gaetano Vaccari, in quanto martedì era stato ascoltato anche l’ex assessore comunale Giuseppe Russo, dimissionario il 12 marzo scorso (in ossequio alle decisioni assunte dall'ex presidente del Consiglio Stefano Luciano) e che era stato nominato dal sindaco Elio Costa nell’agosto del 2017. Il 16 giugno scorso, quindi, la nuova nomina dell’ingegnere Stefania Romanò, dimissionaria pure lei il 18 luglio dopo l’iscrizione sul registro degli indagati in relazione ai fatti dell’alluvione di Rossano e Corigliano del 2015. Fra le dimissioni di Russo e la nomina della Romanò, l’interim all’Ambiente era stato affidato dal sindaco all’assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Lombardo, lo stesso che ha riottenuto la delega all’ambiente il 28 agosto scorso,detenuta dal primo cittadino Elio Costa dopo le dimissioni della Romanò e, dunque, nel periodo più “nero” per la città - l’agosto appena trascorso - in tema di raccolta dei rifiuti e pulizia di strade, spiagge e marciapiedi.

 

Notevole, quindi, il materiale al vaglio degli inquirenti e sul quale lavorare, in un’inchiesta che non si presenta facile ma il cui puzzle delle responsabilità penali per reati ambientali consumati (e probabilmente per altre e diverse fattispecie di reato) viene ricomposto ogni giorno con l’aggiunta di nuovi e preziosi “tasselli”. Un grande lavoro investigativo che, sotto la supervisione del procuratore Bruno Giordano (in foto) - da sempre particolarmente sensibile e attento ai reati contro l’ambiente - promette presto nuovi e clamorosi sviluppi.  

Giornalista
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