Incidenti con cinque morti sull’A2: in 7 a giudizio a Vibo, 6 prosciolti

Cinque i morti, di Cinquefrondi e Gioia Tauro, in due sinistri stradali. Il gup trasmette gli atti alla Procura per individuare nuove responsabilità

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di G. B.
11 luglio 2018
14:58

In sette rinviati a giudizio, per sei, invece, è stato deciso il “non luogo a procedere”. Questa la decisione del gup del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, al termine dell’udienza preliminare per i due incidenti sull’autostrada in cui hanno perso la vita Domenico Napoli, 19enne di Cinquefrondi (sinistro del novembre 2015), e Fortunato Calderazzo (22 anni), Marzio Canerossi (22), Giuseppe Speranza (24) e Francesco Carrozza (22 anni) tutti di Gioia Tauro, nel secondo sinistro stradale del marzo 2016. Gli incidenti mortali si sono verificati lungo l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nel tratto vibonese vicino allo svincolo di Mileto. 

 


I rinviati a  giudizio dinanzi al Tribunale monocratico di Vibo Valentia sono: Giovanni Fiordaliso (classe ’78, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione; Giovanni Fiordaliso (classe ’70, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto; Franco Forni (63 anni, di Napoli), Salvatore Scoppetta (63 anni, di Roma), Antonio Grimaldi (73 anni, di Roma) e Salvatore Esposito (58 anni, di Roma), progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma). Nei loro confronti l'accusa riguarda «la mancata predisposizione di adeguati sistemi e dispositivi di ritenuta idonei a contenere i veicoli che fuoriuscivano dalla sede stradale e di protezione dello spigolo/montante destro del portale rettangolare dell'imbocco della stessa, da intendersi quale ostacolo fisso laterale pericoloso». Rinviato a giudizio, infine, anche Antonio Capomolla, 52 anni, di Soriano Calabro, l’autista del tir che investì la Fiat 500L con a bordo i quattro ragazzi di Gioia Tauro vittime dell’incidente del 1° marzo 2016. 

 

Il gup ha invece deciso per il non luogo a procedere, e quindi per il proscioglimento dalle accuse, nei confronti di: Fulvio De Paolis (86 anni, di Perugia), Arnaldo Tessieri (84 anni, di Fiesole) e Bernardino Cipolloni (88 anni, di Roma), dirigenti Anas, collaudatori del tratto autostradale interessato; Consolato Cutrupi (47 anni, di Reggio Calabria), dirigente Anas e Responsabile unico del procedimento; Mohammad Ali Sangelaji (79 anni, di Roma) legale rappresentante pro tempore della Società Italiana per condotte d'acqua Spa, impresa esecutrice dei lavori di ammodernamento; Sergio Lagrotteria (51 anni, Catanzaro) direttore dei lavori per conto di Condotte d'acqua Spa.

Il gup, Gabriella Lupoli, ha infine deciso di trasmettere gli atti alla Procura di Vibo (oggi in aula con il pm Concettina Iannazzo) al fine di verificare eventuali responsabilità per i due incidenti in capo ad alcune figure dell’Anas. Nello specifico nel rup, nel direttore dei lavori e nel direttore tecnico per quanto riguarda le opere realizzate sul tratto di autostrada interessato da due incidenti mortali.

I responsabili civili sono stati individuati nell’Anas e nell’UnipolSai, la compagnia di assicurazione sia del veicolo sul quale viaggiano i quattro ragazzi di Gioia Tauro, sia del tir che investì la Fiat 500L con a bordo i quattro giovani.

Nel collegio di difesa gli avvocati:  Anselmo Torchia, Rosa Giorno, Silvia Liviabella, Antonio Voce, Antonio Managò, Marco Gemelli, Antonio De Nuccio, Giovanni Grotteria, Gaetano Servello e Alfonso Stile, mentre le famiglie delle vittime sono rappresentate dagli avvocati Guido Contestabile, Giuseppe Spinelli, Daniele Esposito, Gianluca Sollazzo, Antonio Corsaro, Girolamo La Rosa, Sarino Melissei e Antonio Tommaselli.

Giornalista
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